Un giorno il signor Mario Cherubini e sua figlia minore Anna erano in macchina. Lei, allora, stanca di ascoltare Mino Reitano chiede: ”Metto Lorenzo? Ho qui il Cd nuovo con ‘Go Jovanotti Go’. Ma lui piccato risponde: ”Ma per l’amor di Dio… Uno coi calzoni a bracaloni io non lo ascolto. Qui bisogna diventare seri, ragazzi…”. Quello stesso Mario, che si è spento un anno fa, a cui nel 1994 un giovanissimo Lorenzo dedicò una canzone rap, intitolata semplicemente ‘Mario’. Anna ha scritto un romanzo che si intitola ‘L’amore vero’.
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La più piccola dei fratelli Cherubini (il maggiore, Umberto, è morto in un incidente aereo a Latina nel 2007, ndr), oggi è una sceneggiatrice e autrice tv, separata e madre di due figli e amica d’infanzia di Francesca, poi diventata moglie di Lorenzo. Racconta a Maria Luisa Agnese del CorSera che dopo la morte del papà cominciò a pubblicare post su Facebook per esorcizzare il dolore. Fu proprio allora che Rossella Biancardi, editor di Rizzoli, la convinse a mettersi a scrivere un libro: ”Non sarà che lo chiedete a me perché sono la sorella di Lorenzo?”. ”Anche per quello, ma non solo. È un’esperienza che interessa tutti perché tutti la attraversano, prima o poi. Tu pensa a scrivere il tuo libro in libertà”, le ha risposto. E allora prende forma il romanzo, che parte proprio da tre lutti in casa Cherubini: prima Umberto, poi mamma Viola (che si è spenta nel 2010 e a cui Jova ha dedicato l’album ‘Ora’) e infine papà Mario. Anna ha riaperto tutti i cassetti, della memoria e non solo, e riguardato tutti gli oggetti che il padre, accumulatore seriale, conservava gelosamente.
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”La faccia di mio padre prende forma nello specchio, lui giovane io vecchio le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio: la vita non è facile ci vuole sacrificio, un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione”. Così cantava Lorenzo in ‘Linea d’ombra’ e Anna si è ispirata proprio a queste parole per rimettere insieme i pezzi di storia e di vita che, insieme ai suoi fratelli, l’hanno portata ai giorni nostri. Mario era bastian contrario per dna, un uomo che provoca moglie e figli, e pure coi nipoti. E per lui ”quel continuo contraddittorio è quasi metodo educativo, per allenare i figli al famoso sacrificio”, si legge sul Corriere, e lo dimostra anche la risposta che ha dato alla figlia quando gli ha chiesto di non mettere il cd di Lorenzo. E quante soddisfazioni, invece, gli ha dato quel ragazzo ”coi calzoni a bracaloni”! Quello stesso Mario che poi lo avrebbe seguito negli stadi durante i tour e che sarebbe diventato un idolo delle fan adoranti del figlio, che addirittura gli chiedevano di fare da testimone ai loro matrimoni. Conclude Anna nell’articolo: ”Un tempo c’erano mio fratello e mio padre che stavano sempre insieme. Li vedo camminare e poi fermarsi per dirsi le cose con più intensità: Anchise ed Enea, Abramo e Isacco, Troisi e Mastroianni nel film ‘Che ora è”’.
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