A pochi giorni dall’arresto per il presunto furto di alcune t-shirt per un valore di 1200 euro alla Rinascente di Milano, Marco Carta ha raccontato la sua versione dei fatti a Barbara D’Urso. Il cantante, ancora provato dalla vicenda che sabato scorso l’ha fatto rimbalzare su tutti i media, ha concesso all’amica conduttrice un’intervista esclusiva nel suo salotto di ‘Live Non è la D’Urso’, il programma in onda il mercoledì sera in diretta su Canale 5.
“Ti racconto quello posso, essendoci un processo di mezzo – ha detto Carta – Sono molto molto scosso ed è difficile in un manicomio dimostrare che non sei pazzo”. Quindi la sua ricostruzione della serata di venerdì 31 maggio: “Il Tg5 dice che sono stato fermato con le magliette rubate. Non è vero. Io ero con una persona, una mia amica, lei è stata fermata. Quando l’allarme anti-taccheggio è suonato, ci hanno detto: ‘Seguiteci’”. (Continua dopo la foto)
“A un certo punto ho visto tirare fuori delle magliette dalla sua borsa – continua Carta – Sono rimasto sconcertato, allibito. Lei non ha detto nulla. Essendo tanto scosso, non ho ricordi lucidi di quei momenti, brutti, e dei giorni successivi. Continuavo a ripetermi: ‘Sei una brava persona’. Mi sono sempre ritenuto una persona distratta e sregolata, ora mi dico che sono una brava persona e non, come molti pensano, un ladro”. Carta ha dichiarato di essere totalmente estraneo al fatto e ha poi raccontato la notte trascorsa in cella. (Continua dopo la foto)
“La polizia ci ha detto: ‘Dovete seguirci, ci potrebbe essere un arresto’ – ha proseguito il vincitore di Amici e Sanremo – Li abbiamo seguiti, ma separatamente, in due diverse macchine della polizia. Ci hanno portato dentro una cella, separati. Io continuavo a fare avanti e indietro, mi sentivo un animale in gabbia. Non potevo chiamare il mio fidanzato, la mia famiglia. Mi hanno detto che non potevo sentire nessuno se non un avvocato. Però io volevo chiamare prima casa, non mi interessava chiamare l’avvocato”. (Continua dopo la foto)
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— Live – Non è la d’Urso (@LiveNoneladUrso) 5 giugno 2019
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“Sono rimasto lì fino alle 5 del mattino, una donna ufficiale mi ha detto: ‘Guarda che ci sarà un processo, poi tornerai a casa’. Si vedeva che ero scioccato, ero fuori di me, non perché facessi chissà cosa ma perché fissavo il vuoto. La donna ha chiamato il mio fidanzato, poi mi hanno riportato a casa. Non mi ricordo il termine ma diciamo che ero agli arresti domiciliari. Alle 8 sono venuti a prendermi e mi hanno portato al processo. C’eravamo tutti e due, sia io che lei”, ha detto ancora. Carta ha poi parlato della successiva ‘vacanza’ a Mykonos: “Non sono scappato, non è stata una fuga come hanno scritto molti. In realtà era un addio al nubilato organizzato da tempo. La data era già fissata”, ha concluso.
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