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Marchesini: «Torno in teatro per chiudere il cerchio dei desideri»

Dopo quasi sei anni di assenza dal teatro, domani sera, Anna Marchesini, ci torna. Fino al 16 novembre, al Piccolo Teatro Paolo Grassi di Milanoporta in scena lo spettacolo Cirino e Marilda non si può fare, scritto da lei e contenuto nel suo ultimo romanzo Moscerine. La storia è quella di un professore in pensione, Cirino, che vive in una non identificata cittadina di mare, nella Pensione Smeraldo gestita dalla signora Olimpia che ha una figlia, Marilda, che vorrebbe a tutti i costi rifilare al signor Cirino. «Ma lui, che ha sempre vissuto una vita da solitario non ci pensa proprio – racconta Anna Marchesini a Caffeina Magazine – tanto più considerando che l’aspirante partner è una zitellone 40enne abbastanza racchia. E considerando pure che l’uomo porta con sé un segreto, quello di un’amicizia inconfessabile» continua l’autrice, attrice, comica, da sempre amata dal pubblico. È felice, sprizza gioia, la voce di Anna Marchesini, che continua a raccontare il fascino di quest’uomo che non ha nulla di speciale, che ha sempre vissuto di abitudini che non ha mai avuto botte emotive particolari ma che un bel giorno «intravede nella finestra del palazzo di fronte alla sua pensione una luce e la comincia a seguire. Da quel momento la sua immaginazione fa accendere in lui vitalità e passioni e gli fa vivere una vita diversa, quella che non aveva mai vissuto».

(Continua a leggere l’intervista esclusiva ad Anna Marchesini)

 


Da quel barlume Cirino inizia a immaginare, ad alimentare la creatività, a provare piacere e gioia fino al culmine di un’apparizione… «La vita non è nelle grandi trame, perché anche nell’immobilismo ci possono essere minuscole ombre che hanno un peso determinante nella nostra vita interiore – confessa l’attrice – La maggior parte di noi vive una vita di fatti concreti, ma ognuno di noi vive anche diverse vite – illusorie, poetiche, emozionali, peccaminose – bisognerebbe riuscire ad ascoltare le vite di dentro, perché è dal silenzio che nasce l’ispirazione». Quel silenzio che non ascoltiamo più, troppo presi dal rumore di fuori e che invece è l’unica spinta ad essere quelli che veramente siamo. Beh, certo, la vita moderna, le chat, i social fanno tanto rumore per nulla… «Sono meccanismi che si innestano ma che non generano soddisfazione, solo solitudine e, per una come me – continua Anna – cresciuta nel ’68 parlando al plurale (i collettivi, le assemblee, le spiagge nudisti, le associazioni), passando il tempo a chiacchierare e a confrontarmi, a urlare insieme agli altri le mie emozioni, le mie idee religiose e politiche, è difficile da comprendere. Non critico, per carità, ma la società è cambiata molto e credo che anche i figli vadano abituati ad ascoltare, a giocare, non solo ad avere un monitor come interlocutore». Tornando al teatro, ti senti emozionata? «Beh, ho vissuto di teatro per anni quindi diciamo che sono abbastanza pronta, ma quel teatro lì (il Piccolo di Milano), quel pubblico lì, mi fanno sentire più che emozionata». Perché hai deciso di tornare? «Perché dopo aver lavorato come attrice, in teatro e in televisione, aver scritto libri, ho chiuso il cerchio realizzando il sogno di una vita: scrivere un testo teatrale e metterlo in scena».

 

 


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