Luciana Littizzetto non resta in silenzio, alla provocazione dopo l’addio alla Rai risponde a tono e con la solita carica di ironia. La decisione, obbligata, del conduttore di lasciare la televisione di Stato dopo 40 anni e tanti programmi di successo non è stata digerita bene neppure da molti membri illustri della Rai che, a microfoni spenti, si lasciano sfuggire come l’addio di Fazio non rappresenti un salto di qualità per l’azienda, quanto piuttosto un impoverimento. Così non la pensa un alto esponente del governo.
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Un ministro, sempre sotto i riflettori (e a quanto pare anche molto appassionato di social) che non è stato mai troppo morbido con il conduttore e la sua ironica spalla, con il quale non sono mai mancate frecciate e botta e risposta. Stavolta, tuttavia, ha forse passato il segno con un post al limite del bullismo. Su Twitter, infatti, ha postato una foto del duo Fazio – Littizzetto con la scritta ‘Belli Ciao’.
Luciana Littizzetto risponde a Matteo Salvini dopo l’addio alla Rai
La firma sul post è quella di Matteo Salvini, un assist per Luciana Littizzetto che dal Salone del Libro di Torino ha colto la palla al balzo per replicare. Stuzzicata in proposito ha pronunciato frasi al vetriolo. “Pensa te: ‘Belli ciao’ da un vicepresidente del consiglio. Quando uno non ride a una battuta si prova una certa inquietudine. Succede anche a Che Tempo. Se in prima fila a non ridere può esserci Matteo Salvini? Ma va’, a Che Tempo Salvini non viene, la busta gliel’hanno consegnata tante volte ma non viene”.
E ancora: “Sperimentare in televisione non è facile, anche per la mannaia degli ascolti. O ti mettono a notte fonda o la mattina prestissimo dove l’incubo dell’Auditel non è così forte oppure vai sulla Nove. Poi c’è il politically correct che ha portato ad un tariffario delle polemiche. Ormai quando scrivi hai tutto il tuo tariffario. Con questa battuta qua faccio un giorno e mezzo di polemiche e critiche”.
Quindi conclude: “Con questa invece secondo me si incavolano di più. Preparati. Con questa arriva un’onda anomala, devi sperare che un politico dica una boiata per deviare l’attenzione. Ma è il nostro mestiere, chi se ne frega. Ci vediamo alla Nove. Il comico non è politicamente corretto altrimenti non fa ridere”.