Dipinta nel 1895, l’opera è simbolo universale di angoscia e smarrimento, nonché il quadro più rappresentativo dell’espressionismo. La scena rappresenta un’esperienza vera della vita dell’artista: mentre si trovava a passeggiare con degli amici su un ponte della città di Nordstrand (oggi quartiere di Oslo), il suo animo venne pervaso dal terrore. Così, colse l’attimo e dipinse questo personaggio. Questa la descrizione dello stesso Edvard Much: «Camminavo lungo una strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto. Sul fiordo e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare mentre io tremavo di paura e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura. Dipinsi questo quadro, dipinsi le nuvole come sangue vero. I colori stavano urlando».
In norvegese il nome del dipinto è Skrik e delle quattro versioni realizzate dal pittore, tre sono conservate nei musei norvegesi mentre una sola è in mano a un collezionista privato, Peter Olsen, uomo d’affari norvegese, il cui padre era amico ed estimatore di Munch. Nel 2012, con un’asta da Sotheby’s, L’urlo è stato venduto a un ignoto al prezzo di 91 milioni di euro.