Dopo cinque anni di assenza, e un meticoloso restauro degli esperti dell’Opificio delle pietre dure, l”’Adorazione dei Magi” è tornata nei giorni scorsi agli Uffizi. Il capolavoro di Leonardo Da Vinci stato svelato oggi e da domani, martedì 28 maggio, potrà essere di nuovo ammirato in una mostra appositamente dedicatale. “Abbiamo salvato un capolavoro a rischio – ha commentato il direttore degli Uffizi Eike Schmidt durante la presentazione alla stampa – abbiamo portato alla luce un mondo ricchissimo che viveva nell’opera, rimasto nascosto in questi secoli. Abbiamo finalmente potuto ‘spiare’ dentro la mente di Leonardo.” “Con l’intervento l’Adorazione ha guadagnato luce e profondità e sono state scoperte nuove aree dipinte che prima del restauro non affioravano o si intravedevano appena.” Il certosino restaurato è stato portato a termine all’Opificio delle pietre dure e in particolar modo da un team di cinque restauratori guidati da Roberto Bellucci e Patrizia Riitano, sotto la supervisione di Cecilia Frosinini e del responsabile dell’ente di tutela Marco Ciatti. (Continua a leggere dopo la foto)

Durante il percorso artistico sarà possibile vedere una raffigurazione a grandezza naturale di come il capolavoro appariva prima del restauro, un accurato video che testimonia tutte le fasi dell’intervento e uno studio visivo delle indagini diagnostiche effettuate sul dipinto con apparecchi all’avanguardia. Il dipinto di Leonardo DA Vinci sarà esposto al primo piano degli Uffizi accanto al “gemello” di Filippino Lippi. (Continua a leggere dopo le foto)


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Al termine della mostra, a settembre, ha annunciato il direttore Eike Schmidt, il capolavoro verrà spostato nella nuova sala di Leonardo, al secondo piano, insieme agli altri tesori leonardeschi degli Uffizi, il Battesimo di Cristo e l’ Annunciazione. ”Ne sarà il fulcro e l’ospite d’onore”, ha detto Schmidt. La tavola fu commissionata a Leonardo nel 1481 dai monaci agostiniani per la chiesa di San Donato a Scopeto. Ma la partenza del maestro per Milano, nel 1482, determinò l’abbandono dell’opera, mai ultimata da Leonardo. Il dipinto rimase per qualche tempo nelle case della famiglia fiorentina dei Benci, fino a quando non entrò nelle collezioni dei Medici.