Ciò che tu sai di essere, ciò che tu sai di potere, ciò che tu sai di sapere e di desiderare, e che non è affatto ciò che tu veramente sei, e puoi, e sai e desideri, ma che ti impone ugualmente la propria autorità, è ciò che Igor Sibaldi chiama Autòs. L’Autòs è ciò che sta Aldiqua, nell’orizzonte ristretto della mente ordinaria, e che ti fa credere che non esista niente Aldilà, cioè niente che superi il confine da lui cerchiato. Ne “Il tuo aldilà personale, scritto a partire dalla conferenza introduttiva ai Maestri Invisibili, Sibaldi mostra come ciascuno di noi possa andare nel proprio Aldilà personale e cominciare a compiere scoperte illimitate. Può succedere in tanti modi, attraverso il dialogo con gli Spiriti Guida o la meditazione Zen, con i metodi mistici della Kabbalah o dei Sufi. Qualunque sia il tuo modo, puoi creare un rapporto tra due livelli diversi di realtà o, come direbbe la fisica, tra due livelli di potenziale, e vivere con un piede piantato Aldiqua e uno Altrove.
Scrive Igor Sibaldi: “Vai avanti, entri nel tuo aldilà personale, e cominci ad accorgerti che puoi superare delle soglie che prima neanche vedevi, e fare passi da gigante: dipende solo da te, dal tuo coraggio interiore. Come trovare questo coraggio? Se ti accorgi che c’è una lotta tra te e l’Autòs e che ci vuole solo il coraggio per battere l’Autòs, impari anche come si fa a fare il coraggio. A quel punto puoi voltarti a vedere se qualcuno ti segue, ma non fermarti a spiegare agli altri, perche via via che sali ti accorgi che non è nemmeno una gran salita. È che gli altri, i molti – in mezzo ai quali c’eri anche tu fino a poco fa – stanno precipitando, e che parlare con loro è come parlare con un sasso che precipita nel vuoto. Per poter stare a portata di voce dovresti precipitare anche tu con loro, e non è tua intenzione. O no?”