La pioggia è vita, la pioggia è rinascita. Ma la pioggia, purtoppo, è anche morte e distruzione. E la pioggia è anche letteratura, è racconto. La pioggia può essere paurosa o poetica. Romantica. Un po’ per fuggire dalle notizie di questi giorni, noi di Caffeina abbiamo deciso di regalarci (e regalarvi) questa carrellata su come le arti hanno raccontato la pioggia. Ma non potevamo non partire con una delle canzoni più belle di Fabriio de Andrè, quella Dolcenera in cui il cantante genovese racconta una storia d’amore ambientata nell’alluvione che sommerse Genova nel ’72…
Amìala ch’â l’arìa amìa cum’â l’é / amiala cum’â l’aria ch’â l’è lê ch’â l’è lê / amiala cum’â l’aria amìa amia cum’â l’è / amiala ch’â l’arìa amia ch’â l’è lê ch’â l’è lê
Guardala che arriva guarda com’è com’è / guardala come arriva guarda che è lei che è lei / guardala come arriva guarda guarda com’è /guardala che arriva che è lei che è lei
C’è chi aspetta la pioggia | per non piangere da solo. (Fabrizio De André)
È bella la pioggia, non è vero? Non si vede che stai piangendo, perché le lacrime si confondono con le gocce. (Sakura Mail)
E chi sei tu? chiesi all’acquata, che dolcemente pioveva, | ed essa, strano a dirsi, mi diede questa risposta, che ora traduco: | della Terra sono il Poema, rispose dunque l’acquata, | eterna mi sollevo impalpabile dalla terra e dal mare insondabile, | su verso il cielo, donde, in forma vaga, totalmente mutata eppure sempre la stessa, | discendendo a lavare le aridità, i detriti, gli strati di polvere del mondo, | e quanto in essi, senza il mio ausilio, sarebbe seme latente, non nato; | perenne di giorno, di notte, restituisco la vita all’origine mia, la abbellisco e purifico. (Walt Whitman)
Odio la pioggia. Rende così difficile pensare con chiarezza. (Sin City)

Inspirando la frescura umida e l’odore di pane della terra che da tempo aspettava la pioggia, guardò i giardini e i boschi che correvano via, i campi gialli di segale, le strisce ancora verdi dell’avena e i solchi neri con le macchie verde scuro delle patate in fiore. Tutto pareva ricoperto da una vernice: il verde diventava più verde, il giallo più giallo, il nero più nero. – Ancora, ancora! – diceva Nechljudov, lieto dei campi, dei giardini e degli orti che riprendevano vita sotto la pioggia benefica. (Lev Tolstoj)
Sally – di Vasco Rossi
Sally cammina per la strada senza nemmeno
guardare per terra
Sally è una donna che non ha più voglia
di fare la guerra
Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa
ti può crollare addosso
Sally è già stata punita
per ogni sua distrazione o debolezza
per ogni candida carezza
data per non sentire l’amarezza
Senti che fuori piove
senti che bel rumore
Sally cammina per la strada sicura
senza pensare a niente
ormai guarda la gente
con aria indifferente
Sono lontani quei momenti
quando uno sguardo provocava turbamenti
quando la vita era più facile
e si potevano mangiare anche le fragole
perché la vita è un brivido che vola via
è tutto un equilibrio sopra la follia
sopra follia
Senti che fuori piove
senti che bel rumore
Ma forse Sally è proprio questo il senso, il senso
del tuo vagare
forse davvero ci si deve sentire
alla fine un po’ male
Forse alla fine di questa triste storia
qualcuno troverà il coraggio
per affrontare i sensi di colpa
e cancellarli da questo viaggio
per vivere davvero ogni momento
con ogni suo turbamento
e come se fosse l’ultimo
Sally cammina per la strada leggera
ormai è sera
si accendono le luci dei lampioni
tutta la gente corre a casa davanti alle televisioni
ed un pensiero le passa per la testa
forse la vita non è stata tutta persa
forse qualcosa s’è salvato
forse davvero non è stato poi tutto sbagliato
forse era giusto così
eheheh
forse ma forse ma si
cosa vuoi che ti dica io
senti che bel rumore
La pioggia cadeva nello stesso modo sul giusto e sul malvagio; e per nessuno non esisteva un perché. (William Somerset Maugham)
Pioggia nel Pineto – Gabriele D’annunzio
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t’illuse, che oggi m’illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell’aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d’arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, Ascolta. L’accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall’umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s’allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s’ode su tutta la fronda
crosciare
l’argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell’aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell’ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l’erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c’intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m’illuse, che oggi t’illude,
o Ermione.
La pioggia benché la chiamano rugiada in California è pericolosa…