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Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino (e del suo papà)

 

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi è un intramontabile classico della letteratura italiana. Pubblicato per la prima volta a puntate sulla prima annata del 1881 del Giornale per i bambini, un periodico settimanale pubblicato come supplemento del quotidiano Il Fanfulla, ebbe la prima edizione in volume nel 1883 per i tipi della Libreria Editrice Felice Paggi, con le illustrazioni di Enrico Mazzanti. Oggi è uno dei libri più tradotti al mondo: secondo solo al Piccolo Principe annovera ben 240 traduzioni in altrettante lingue.


Il romanzo ha come protagonista Pinocchio, burattino di legno alle prese con una serie di avventure e disavventure che lo porteranno alla maturazione con l’epilogo felice che tutti conosciamo.

La storia di Pinocchio si presta a numerose interpretazioni, aldilà della valenza pedagogica c’è chi ha visto nel racconto una nascosta satira contro le inadeguatezze dell’educazione, delle maniere e dell’istruzione Ottocentesche. C’è anche chi ne ha dato un’interpretazione esoterica, basata tra l’altro sul fatto che Collodi apparteneva probabilmente ad una loggia massonica fiorentina.

Quella di Pinocchio è la storia di un bambino che tra mille difficoltà e interferenze riesce a trasformarsi in un ragazzino in carne ed ossa, ma è anche la storia di un padre, Geppetto, e del suo amore illimitato e incondizionato per il figlio, è la storia di un padre pronto a dare tutto ciò che ha per far crescere nel migliore dei modi il proprio figlio, un padre disposto a seguirlo tra mille difficoltà pur di sorreggerlo in ogni circostanza e nonostante tutto.

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