Brutta avventura per Stefania Sandrelli. L’attrice racconta in una lettera aperta al Corriere della Sera il “brutto quarto d’ora” che ha passato mentre stava rincasando con l’autista della produzione. A un certo punto si accorge di una macchina che li stava inseguendo.
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“Spaventata – scrive la Sandrelli – , lo prego quindi di non farsi raggiungere e di evitare di dirigersi verso casa, non volendo far conoscere il mio indirizzo. L’autista cerca quindi di allontanarli, facendo peripezie inquietanti ed anche un po’ pericolose, ma inutilmente: i due individui ci rimangono incollati dietro. A questo punto l’autista chiama i carabinieri informandoli della situazione e cominciamo a girare senza meta per permettere ai carabinieri di raggiungerci. Dopo aver girovagato per oltre un ora e mezzo per la città (inutile nascondere l’angoscia e la paura) i carabinieri abilissimi li fermano accerchiandoli”. A inseguirla erano Le Iene ma all’attrice non è andata comunque giù: “Aiutatemi ora a capire – continua nella lettera – se vi sembra normale che un qualsiasi cittadino possa essere terrorizzato e seguito per tutta la città da due persone non identificabili per ricalcare una notizia rancida e approssimativa ma soprattutto chiusa da tempo. È possibile che i diritti inviolabili della persona possano essere sacrificati da esigenze di share? Da un modo di fare televisione basato sull’aggressione fisica ed intellettiva?”.
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