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L’essere umano? Deve andare oltre il concetto di fedeltà

In una cittadina francese nella torrida estate del 1919 un eroe di guerra viene incarcerato in una caserma. Fuori, nella piazza deserta, il suo vecchio cane abbaia notte e giorno. Non lontano da lì, in campagna, una giovane donna attende e spera. Il giudice incaricato dell’affare è un aristocratico i cui valori sono stati messi in crisi dalla guerra. Tre personaggi e un cane: questa è la chiave del dramma di Jean-Christophe Rufinll collare rosso (edizioni e/0). Essere leali verso i propri amici, battersi per quelli che amiamo, è una qualità che condividiamo con i cani? Ma lo specifico dell’essere umano non è forse di andare oltre e di riconoscere il fratello in colui che ci combatte? Rufin risponde a questi interrogativi con una romanzo semplice, pieno di poesia e di vita. Una riflessione leggera ed elegante sulla fedeltà. 

Jean-Christophe Rufin è medico, viaggiatore e diplomatico. membro dell’Académie française, è il presidente di Action contre la faim e uno dei fondatori di Medici senza frontiere. È stato l’ambasciatore francese in Senegal. Nel 2001 ha vinto il Premio Goncourt con il romanzo Rouge Brésil. Tra i suoi libri pubblicati in Italia L’Abissino (Dalai, 2000), Il profumo di Adamo (Bompiani, 2008), L’uomo dei sogni(E/O, 2012), Il cammino immortale (Ponte alle Grazie, 2013).



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