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Sanremo 2020, tutti contro Junior Cally. E spuntano i fattacci: “Amadeus, non è il caso”

Più si avvicina il Festival di Sanremo e più avanzano le polemiche. Amadeus è sottoposto a uno stress notevole, così come tutti gli ospiti e i volti noti che il Festival sta trascinando in una calderone sempre pronto a esplodere da un momento all’altro. Dopo Francesca Sofia Novello e Samo, adesso tocca a Junior Cally, il rapper mascherato accusato da tutti di scrivere canzoni che incitano alla violenza sulle donne. E anche i politici gli danno addosso pesantemente. Ma perché si alza il polverone proprio adesso?

“Lei si chiama Gioia / balla mezza nuda, dopo te la dà / Si chiama Gioia perché fa la troia / L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa / c’ho rivestito la maschera”. Queste sono le parole di un brano del 2017, ma gli esempi potrebbero davvero non finire mai. Eppure che Junior Cally avrebbe presenziato al Festival si sapeva 20 giorni fa. La polemica riaccende i fuochi a pochi giorni di distanza dal debutto. Sarà accaduto qualcosa di specifico e probabilmente anche le parole di Amadeus, riguardo il dibattito pubblico sul femminicidio, hanno riaperto il ‘caso’. (Continua dopo le foto).


“Eticamente inaccettabile”, così ha definito la presenza del rapper direttamente il presidente della Rai, Marcelo Foa. Ha espresso, inoltre: “forte irritazione per scelte che vanno nella direzione opposta rispetto a quella auspicata. Il Festival, tanto più in occasione del suo 70esimo anniversario, deve rappresentare un momento di condivisione di valori, di sano svago e di unione nazionale, nel rispetto del mandato di servizio pubblico e scelte come quella di Junior Cally sono eticamente inaccettabili per la stragrande maggioranza degli italiani”. Ko per tutti. E adesso? (Continua dopo le foto).

Il presupposto del Festival è quello di: “promuovere il rispetto della donna e la bellezza dell’amore. La credibilità di chi canta deve rientrare fra i criteri di selezione”. Quindi “chi nelle canzoni esalta la denigrazione delle donne e persino la violenza omicida, e ancora oggi giustifica quei testi avanzando pretese artistiche, non dovrebbe beneficiare di una ribalta nazionale”. Foa lancia un appello per Amadeus:  “sappia riportare il Festival nella sua giusta dimensione”. Risponde l’Ufficio stampa di Cally, puntualizzando aspetti decisivi per fare chiarezza. (Continua dopo le foto).

“Si accendono polemiche legate a canzoni pubblicate da anni in un età in cui Junior Cally era più giovane e le sue rime erano su temi diversi da quelli di oggi. Cally è contro il sessismo, i passi avanti o indietro, e ovviamente contro la violenza sulle donne”. Inoltre: “lungi da Junior Cally, artista antipopulista oggi ad inizio carriera, scomodare i grandi nomi del cinema, della letteratura e della storia dell’arte da Tarantino e Kubrick, da Gomorra a Caravaggio e scrittori come Nabokov e Bret Easton Ellis: l’arte può avere un linguaggio esplicito e il rap, da sempre, fa grande uso di elementi narrativi di finzione e immaginazione che non rappresentano il pensiero dell’artista. Nessuno penserebbe di attaccare Stanley Kubrick (o Stephen King) per le scene in cui Jack Nicholson rincorre Shelley Duvall in Shining, perché si tratta di fiction. Raccontare la realtà attraverso la fiction è la grammatica del rap. E non solo del rap: la storia della musica ha tantissimi esempi di racconto del mondo attraverso immagini esplicite, esagerate e spesso allegoriche. Due sono le cose: o si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano”. Tutto chiaro, no?

“Non ci sarò”. Sanremo 2020: lei, la più attesa dà forfait. Non c’è pace per Amadeus


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