È andata in onda solo la prima puntata ma in realtà tutti noi potremmo già dirci a stomaco pieno, anzi, che scoppia proprio. Di cosa? Di trash ovviamente. Già, perché anche se non ci aspettavamo di certo uno spettacolo di spessore, certi siparietti che, ripetiamo, sono solo agli inizi, potrebbero in realtà bastarci per anni e anni. Qualche esempio: battute scadenti, personaggi sempre più sconosciuti, tette e culi e anche peni al vento. Sempre di più, sempre più oltre il limite. L’anno scorso, per fare un esempio, una Playa desnuda quest’anno un’isola intera. Perché, evidentemente, non bastavano due naufraghi nudi. Ma sì, mettiamoceli sei quest’anno e perché non dodici la prossima edizione, sempre che ci sarà.
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E signori, questo antipasto di Isola deve essere bastato (e avanzato) un po’ a tutti. Si chiede a questo proposito Aldo Grasso sul Corriere della Sera: ”Ma perché? Perché Mediaset ha scelto questa strada dell’ispanizzazione (prodotti, format, personaggi, battute che arrivano da Madrid sono il sale del suo intrattenimento)? Perché bisogna andare così sul pecoreccio (Isla Desnuda, battute da trivio, ammiccamenti e doppi sensi a non finire) per conquistare un po’ di pubblico? Perché rimpinzare la schiera di concorrenti di casi umani, tanto per esercitare un sadismo da quattro soldi?”. E non ci va leggero nemmeno con Simona Ventura, passata dall’altra parte della barricata dopo tanti anni al timone del programma: ”Naturalmente il piatto forte è la presenza sull’isola di Cayo Paloma di Simona Ventura: da conduttrice a concorrente, dal paradiso all’inferno. L’avranno pagata anche bene, le avranno offerto future prestazioni, ma SuperSimo rischia di toccare il punto più basso della sua carriera. Una carriera, secondo lei, che l’ha vista condurre ‘i più bei programmi della televisione italiana’ (ma dove? ma quando?)”.
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Dello stesso avviso Domenico Naso, che scrive sul Fatto Quotiano: ”Venghino venghino, siore e siori, allo spettacolo di arte (a)varia(ta) a base di piselli timidi e seni plastificati, di oche e bellimbusti senza cervello. Il momento più esaltante della trasmissione, almeno a guardare la reazione della conduttrice Alessia Marcuzzi e degli opinionisti Mara Venier e Alfonso Signorini, è stato quando il pugile Giacobbe Fragomeni, uno dei sei derelitti senza mutande, ha inavvertitamente mostrato il pene. Ebbene sì. Uno dei programmi più noti e di successo della televisione italiana campa di piselli visti di sfuggita. E non c’è da stupirsi, visto che la scrittura è inesistente e le idee sono assenti ingiustificate”. ”Il rispetto del telespettatore – prosegue – è ormai una leggenda tipo Atlantide o il talento recitativo di Gabriel Garko, e questo lo sappiamo, ci siamo rassegnati e non frigneremo più sul tema. Ma davvero siamo disposti ad abbassare sempre più l’asticella? Davvero ci siamo messi a scavare oltre i fondo del barile? Davvero il massimo che possiamo pretendere dall’intrattenimento televisivo è il pene a riposo di Enzo Salvi?”.
Ovviamente i giudizi sono personali e, per carità, se il tubo catodico ce la propina da così tanti anni e diventa sempre più trash è perché la guardano in tanti. Vale allora sempre il solito principio del tutti la criticano ma tutti la guardano? Può darsi. Il mondo è bello perché è vario, a qualcuno piacerà pure questo andare oltre (ma parecchio oltre) il limite. Cosa ci sia di affascinante, però, noi dobbiamo ancora capirlo.
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