Nel quarto numero della sua rivista online, l’Isis – oltre a provocare con un fotomontaggio in cui una bandiera nera dell’organizzazione sventola sull’obelisco di piazza San Pietro, a Roma (Terroristi contro “Roma”: la bandiera nera dell’Isis su San Pietro) – sostiene la legittimità del rapimento e della riduzione in schiavitù sessuale delle donne degli “infedeli”. La formalizzazione di quella che è diventata una drammatica prassi è riportata nella rivista online “Dabiq”. “Ci si dovrebbe ricordare che ridurre in schiavitù le famiglie degli infedeli e prendere le loro donne come concubine è un aspetto saldamente stabilito dalla legge islamica», sostiene il gruppo nella rivista pubblicata domenica. Il titolo dell’articolo è «La rinascita della schiavitù prima dell’Ora», termine che indica il Giorno del giudizio. Nel testo si sostiene che le donne della setta degli yazidi, la minoranza curda insediata soprattutto in Iraq, possono essere legittimamente catturate e forzate ad essere concubine o “schiave sessuali”.