In questi giorni in cui, purtroppo, i “venti di guerra” continuano a fischiare forti ci piace riproporre questa meravigliosa poesia di Bertolt Brecht. Fermo oppositore del potere esercitato attraverso la forza, Brecht condanna l’idea stessa della guerra, della violenza e del desiderio di sopruso sugli altri. In questa poesia si crea l’antitesi pace-guerra. Un discorso messo in azione da bambini e adulti, due figure opposte, una che ragiona e però fa la guerra, l’altra che non può ragionare e rimane nella pace. La pace diventa uno stato primordiale che non deve essere alterato.
I bambini giocano alla guerra
di Bertold Brecht
È raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai “pum” e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
È la guerra.
C’è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.