La sconvolgente rivelazione di Yari Carrisi sulla sorella Ylenia. A parlarne è proprio il figlio di Albano Carrisi e Romina Power a Verissimo, il programma condotto da Silvia Toffanin. In studio c’è anche la madre dell’uomo e insieme tornano a parlare della tragedia che ha sconvolto le loro vite per sempre: la misteriosa scomparsa di Ylenia. Di lei si è persa ogni traccia dal 1994 a New Orleans e da allora ancora nessuno sa con certezza cosa sia capitato alla ragazza. Sua mamma e il fratello, hanno raccontato dal loro punto di vista, come hanno preso la tragica notizia della scomparsa e successivamente di quella più atroce: ovvero che non sarebbe mai tornata.
E se Romina ancora non riesce a capacitarsi dell’accaduto, sperando in una svolta miracolosa alquanto improbabile, il figlio è molto più obiettivo riguardo l’accaduto. Per esempio Romina Power ha confessato a Silvia Toffanin: “Io ancora non credo alla polizia e non credo che sia sbadata. Io di Ylenia ne parlo sempre al presente”. Yari invece ci è andato coi piedi di piombo e ha raccontato: “Ylenia era la mia bussola, il mio specchio, aveva una cultura, una bellezza e una voglia di vivere ed esplorare incredibili”.
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Rivelazione di Yari Carrisi sulla sorella Ylenia
E ancora: “Era creativa e coraggiosa, per me è stato difficile – ha spiegato Yari, più giovane della sorella di tre anni (lui classe 1973, lei 1970) – non solo ho perso una sorella, ma un modello, un faro, un punto di riferimento. Nel Natale ‘93 (sette giorni prima che la ragazza sparisse, ndr), io ero in Sud America. Mi trovavo in Ecuador e lei in Belize, volevo farle una sorpresa e cercai di raggiungerla. Purtroppo, quando arrivai, lei era già partita dal Belize. Se ne era andata 24 ore prima per andare in Messico e non la vidi”.
Poi Yari Carrisi dice a Verissimo: “Fino al 2020 pensavo fosse da qualche parte. Poco prima del Covid sono andato a New Orleans. Una mia amica mi ha mandato una foto di un quadro appeso in un museo voodoo di una donna che era identica a lei, poi ho scoperto che il quadro era stato dipinto anni prima, negli anni 60 o 70. Una volta lì, ho parlato con delle persone coinvolte all’epoca nella vicenda, e ho capito che la polizia all’epoca era un po’ sbadata”.
E conclude Yari Carrisi: “Non credo alla storia che lei si era gettata nel fiume. Io ne parlo al passato – ha aggiunto Yari – dopo quell’ultimo viaggio a New Orleans. Comunque la porta è sempre aperta. Ma cosa si può fare? Se solo fossi arrivato 24 ore prima in Belize. Inizialmente pensavo ‘Vai Ylenia, continua a fare quello che stai facendo’. Me la immaginavo a fare la sciamana in Amazzonia, credevo che stesse facendo qualcosa di superiore e che non potesse tornare sui suoi passi. E mi piace un po’ pensarla ancora così”.
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