Il serpente di Dio è uno di quei libri che la nostra narrativa raramente concede: un grande romanzo d’avventura. In queste pagine corrono a perdifiato due ragazzini, uno cristiano e uno musulmano, legati da una profonda e inscindibile amicizia, con una missione da compiere. Sono cresciuti insieme in un pacifico villaggio incastonato tra i monti del Caucaso. Un antico patto, dal nome dolcissimo, lega le due comunità di quel luogo, dove musulmani e cristiani convivono in un clima di rispetto reciproco. Finché Konstantin, agente dei servizi segreti federali, sceglie proprio quel paesino come avamposto per i suoi traffici di droga. In combutta con la banda di Hassan, terrorista locale, intende costringere gli abitanti a collaborare. Per i due adolescenti, Ismail e Andrej, il tempo dei giochi è finito. Ora si tratta di mettere in salvo quanto hanno di piú prezioso, e cioè di difendere gli oggetti sacri che sigillano quella promessa di pace, di proteggerli dalle «bestie di Shaitan» come fossero parti del loro stesso corpo. A cinque anni da Educazione siberiana, Nicolai Lilin ci consegna un romanzo travolgente, di pura fiction, radicato nella storia e nella favola. Una vicenda in cui convivono, come in una fiaba siberiana, brutalità e meraviglia.
Nicolai Lilin
Il serpente di Dio
Einaudi, 2014, 352 p.
€ 20,00