Elena Di Cioccio è stata ospite di Caterina Balivo nel programma La volta buona, dove ha raccontato il suo percorso da quando ha deciso di rivelare al mondo di convivere con l’Hiv. Da anni, l’attrice e conduttrice milanese porta avanti questa battaglia, ma solo di recente ha trovato il coraggio di condividere pubblicamente la sua esperienza, inizialmente attraverso il suo libro autobiografico Cattivo sangue. Ora, con il suo spettacolo teatrale ProPositiva, Comicità virale, si prepara a raccontare la sua storia a un pubblico ancora più ampio, portando in scena un messaggio di consapevolezza e accettazione.
Durante l’intervista, Elena ha ripercorso il momento in cui ha scoperto la diagnosi. “Ero andata a fare degli esami del sangue di routine e quando ho avuto i risultati e il mio medico mi ha detto cosa fosse risultato, mi si è gelato il sangue”. Da quel momento, tutto è cambiato per lei: “Oggi, essermi liberata di questo peso è per me un sollievo”. Con grande sincerità, ha condiviso il sollievo di aver rivelato il proprio segreto, liberandosi da quella che ha definito una “prigione” costruita per paura dei pregiudizi altrui: “Pregiudizi su chi è sieropositivo? Io non lo so. Negli ultimi due anni io non mi preoccupo più di cosa pensano”.
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Elena Di Cioccio ospite da Caterina Balivo: “Come ho scoperto di essere sieropositiva”
Raccontando di come ha vissuto i primi anni, Elena ha ricordato le difficoltà nell’accettare la nuova realtà: “I primi anni ho negato la malattia con me stessa. Guardavo foto di me al mare con un costume rosso, ma non mi sentivo più quella persona”. Questo distacco tra la sua identità esteriore e quella interiore l’ha portata a costruire una maschera, una sorta di “fantoccio” che usciva nel mondo mentre la vera Elena soffriva in silenzio. Questo sdoppiamento, ha raccontato, ha creato una stratificazione di disagi, ma oggi ha finalmente fatto pace con quella parte di sé. “Per me era imprescindibile dirlo ai compagni che ho avuto”, ha rivelato, consapevole che ogni relazione avrebbe potuto esporla al giudizio dell’altro.
Elena ha anche ricordato l’importanza della prevenzione e della comunicazione nei rapporti intimi. Anche se non c’era obbligo di rivelare la sua condizione, si è sempre assunta la responsabilità di farlo, per offrire agli altri la libertà di scegliere. Ha spiegato che non è mai stata una scelta facile: “Ma se ho la necessità di dirti che puoi scegliere perché mi assumo il peso di essere scartata, tu non mi puoi giudicare”.
Elena ha evidenziato anche quanto siano cambiati gli approcci terapeutici. Oggi, grazie agli antiretrovirali, è possibile vivere una vita sana e libera dal rischio di trasmettere il virus: “Due anni fa ho capito che dovevo mettere insieme i pezzi… Adesso è certo: una persona sieropositiva in trattamento con antiretrovirali negativizzata da oltre sei mesi non è infettiva”. Questa consapevolezza, per lei, significa una nuova forma di libertà. “Oggi prendo una pillola sola. Una al giorno. E non sono più infettiva”.
Con il suo racconto sincero e toccante, Elena Di Cioccio si pone come una voce potente contro i pregiudizi, dimostrando che una diagnosi di Hiv non definisce chi sei, ma è solo una parte della propria storia.