Dopo il servizio de Le Iene sul Blue whale andato in onda ieri sera, Google e i siti d’informazione sono stati presi d’assalto per saperne di più su questo “gioco” dell’orrore. Balena Azzurra, questo il nome del gioco di ruolo di moda tra gli adolescenti che ha ucciso 157 ragazzi, dura 50 giorni nei quali i giocatori, quasi tutti giovanissimi sui social network, devono sottoporsi a 50 prove sempre più dure che partono dalla sveglia alle 4.20 ogni mattina, al guardare film horror tutto il giorno, fino a incidersi le braccia disegnando la balena e – questa è la novità – a salire sul palazzo più alto della città e a buttarsi giù. L’invito a togliersi la vita è più che esplicito. Blu Whale, d’altronde, si racconta con le immagini di un treno in avvicinamento e gli slogan “Questo mondo non è per noi” oppure “Siamo figli di una generazione morta”. La maggior parte dei ragazzi caduta nella trappola ha spesso lanciato un messaggio sui social prima di farla finita. Il gioco ha fatto la sua prima apparizione due anni fa su VKontakte, una sorta di Facebook russo ed è a tutti gli effetti un gruppo chiuso cui si accede sottoponendosi a prove. (Continua a leggere dopo la foto)

L’ideatore del terribile gioco è stato arrestato. Di tratta del ventiduenne russo Philipp Budeikin, reo confesso studente di psicologia. Il giovane non ha mostrato alcun segno di pentimento, anzi: ”Non sono pentito di ciò che ho fatto, anzi. Un giorno capirete tutti e mi ringrazierete”, ha detto durante l’interrogatorio. Del fenomeno si sono occupate anche le ‘Le Iene’. Matteo Viviani si è recato in Russia, dove i casi di suicidi tra adolescenti che avevano partecipato a questo ‘gioco’ social hanno raggiunto numeri inimmaginabili. Tra le vittime, centinaia di bambini e ragazzi di età compresa tra i nove e i 16 anni. (Continua a leggere dopo la foto)

(Attenzione, immagini che potrebbero urtare la vostra sensibilità)
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”Sembravano tranquille, anche il giorno in cui hanno deciso di suicidarsi hanno fatto quello che facevano tutte le mattine – hanno spiegato in lacrime alcune mamme – Ci sono persone che garantiscono ai ragazzi di ‘salvarli’ dai problemi che li affliggono, ma i nostri figli non soffrivano di depressione, erano giovani, solari e pieni di vita. Partecipare a quel ‘gioco’ li ha cambiati e portati alla morte”. Grazie alla trasmissione è stato lanciato un appello ai più giovani: ”La vita è una sola”.