Dalla madonnina del Pantano a Civitavecchia, quella che versò lacrime di sangue tra le braccia del vescovo per capirci, a una faccia quanto meno sospesa in un fondo di caffè in Brasile. Miracoli a destra e manca, apparizioni come se piovesse e messaggi divini confidati intorno a un focolare, o in una rocciosa zona della Bosnia Erzegovina il senso è quello, e la forte fortissima necessità di aggrapparsi a qualcosa di più forte. Niente contro i miracoli per carità ma vi raccontiamo l’ultimo, che viene dea Verderocca (tutto attaccato per carità), popoloso e popolare quartiere di Roma Est, vicino a Pietralata. E’ giorno di cresime, alla parrocchia del Gesù di Nazareth e nella mattinata, durante la preparazione del rituale pranzo domenicale, un’anziana fedele e nonna, a suo tempo catechista e donna molto devota sbucciando un paio di patate si è imbattuta in una scena che ha destato attenzioni, sospetti e respiri bloccati al livello diaframmale.
(continua dopo la foto)
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Il tubero, aperto in due, presentava una croce cristiana marrone al centro della pasta gialla della patata. Sembrano stimmate, pare abbia esclamato qualcuno. E immaginate lo stupore alla vista del proto simbolo miracolos, che molti fedeli hanno associato ad un segno dello Spirito Santo proprio nel giorno che la chiesa – col sacramento della Cresima – dedica alla celebrazione della discesa dello spirito sui giovani adepti, unti dal vescovo.
(continua dopo la foto)
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Per la verità le spiegazioni sarebbero decine, dal verme che si è scavato la casa nel gustoso tubero, a una malattia della pianta trasmessa al frutto. Certo è che l’occhio umano vede ciò che la mente vuole. Se volete, che miracolo sia. Altrimenti, fate voi.