Vi ricordate la scena di Dumbo quando gli elefanti adulti fanno cerchio e escludono il piccolo e orecchiuto pachiderma dal giro? Al di là della finzione filmica e della vena sadica di Walt Disney (non vi arrabbiate, è la verità) nel regno animale è meno strano di quanto possa sembrare. Ora, potremmo discutere di come il sistema antropocentrico sia in nuce sbagliato, che non esista differenza sostanziale tra animali umani e animali non umani (sapevate che ogni tribù di scimmia ha un suo modo particolare di costruire utensili?) ma per tutto questo vi rimandiamo a letture più tecniche (su tutti, “Ecosofia” di Naess), qualora vi interessi l’argomento.Il caso emblematico, della “bullizzazione” animale è quello di Qizai, un tranquillo panda (mito da sfatare, i panda sono simpatici ma anche piuttosto aggressivi al pari degli ippopotami e dei gibboni) diverso dagli altri.
(continua dopo la foto)

Qizai, che vive nello zoo di Foping in Cina, è nato con una pelliccia marrone e non nera e da lì, apriti cielo. Il suo trattamento non è stato diverso da quello di un bambino albino che nasce in Senegal (simbolo di cattiva fortuna) o di un bambino troppo paffuto quando al cortile si organizza una partita di calcio. Qizai è stato, in buona sostanza, bullizzato dal resto del branco che da subito, lo ha isolato percependo in lui qualcosa di sbagliato.
(continua dopo la foto)
{loadposition intext}
Sbagliato al punto che anche la madre, dopo due mesi, lo ha abbandonato. Un’esclusione sociale netta e irreversibile che lo costringerà a poter contare solo sulle sue forze per sopravvivere come un messicano nell’America di Trump, ammesso che il tycoon vincerà (dato a 20,00, una bella pizzicata dovesse succedere) e ammesso che un messicano riuscirà a superare il confine.