È un mito degli anni ’80. Con le sue battute ha fatto ridere milioni di italiani: “Libidine”, “Ocio”, “Yuppies” sono parole ormai entrate nel gergo comune. Il tutto grazie a Jerry Calà, 65 anni che ha deciso di raccontarsi in una intervista pubblicata sul settimanale Oggi. Calà ripercorre le tappe della sua carriere e gli aneddoti si sprecano. Il primo riferimento è a Silvio Berlusconi che lo aveva scritturato per l’allora Tele Milano: “È stato tutto tranne che un pistola – spiega -. Gli devo i miei primi passi nella tv commerciale. Ci sono persone che hanno ricevuto molto da lui, eppure oggi fanno finta di non conoscerlo. Invece in molti hanno beneficiato delle sue televisioni e dei suoi generosi investimenti. Noi Gatti di Vicolo Miracoli gli saremo sempre riconoscenti: fu il primo a credere in noi, scritturandoci per Tele Milano”.
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Poi Calà aggiunge: “Anche se devo molto pure a sua figlia Marina”. E perché? “Perché quando registravamo con i Gatti nei suoi studi, Silvio veniva a prendersi le cassette la sera e se le portava a casa per farle vedere alla figlia Marina. Se lei rideva, le puntate potevano andare in onda. In caso contrario venivano tagliate”.
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Negli ultimi tempi Jerry Calà è tornato a teatro con un spettacolo che si intitola “Non Sono Bello…Piaccio!: “È un one-man-show con orchestra in cui ripercorro i miei 44 anni di carriera tra scena e musica – ha detto in una intervista a quotidiano.net -. Dopo tanto cinema pensavo di non essere più capace di stare su un palcoscenico e invece sono tornato alle origini collegandomi a quello che ho imparato a Milano sul teatro-canzone. Con le colonne sonore dei miei film oltre che con tutto il resto abbiamo segnato un’epoca, quella degli anni ’80. Periodo ora visto con distacco, invece, c’era energia da vendere, la stessa che avevamo noi “Gatti” che ci spingeva a insistere”.
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