Con poche semplici pennellate il genio di Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900 – Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977) dipinge un intenso attimo di vita vissuta. Un’istantanea che coglie due amanti inebriati dal vino e dall’eros, riscaldati dal fuoco della gioia di vivere. Si può leggere tra le righe un’esortazione a rompere quella bottiglia perché i frantumi possano trasformarsi in stelle, ad abbandonarsi all’amore che, come i vetri rotti, come il vino, può fare male ma è una forza di natura indomabile, che spinge i sensi oltre ogni limite.
Fiesta
di Jacques Prévert
E i bicchieri erano vuoti
e la bottiglia in pezzi
E il letto spalancato
e la porta sprangata
E tutte le stelle di vetro
della bellezza e della gioia
risplendevano nella polvere
della camera spazzata male
Ed io ubriaco morto
ero un fuoco di gioia
e tu ubriaca viva
nuda tra le mie braccia
Et le verres étaient vides
et la bouteille brisée
Et le lit était grand ouvert
et la porte fermée
Et toutes les étoiles de verre
du bonheur et de la beauté
resplendissaient dand la poussière
de la chambre mal balayée
Et j’étais ivre mort
et j’étais feu de joie
et toi ivre vivante
toute nue dans mes bras
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