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“Chiamate la sicurezza”. Dritto e Rovescio, caos in studio: Del Debbio costretto a intervenire

Panico a Dritto e Rovescio, Paolo Del Debbio chiama la sicurezza per scortare l’ospite fuori dallo studio. Una puntata ad alta tensione quella di ieri, tra gli argomenti quello delle baby gang. Durante la discussione si è parlato di come l’etica del lavoro debba prevalere sui guadagni facili e, proprio un quel momento, l’ospite ha avuto un confronto con uno spettatore del pubblico. A colpi di “Zio smettila di commentare ogni cosa, Zio vieni qua se vuoi parlare, etc.”., interviene Ylenja Lucaselli di Fratelli d’Italia.

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“Posso chiederti una gentilezza? Quando ti rivolgi a una persona più grande di te non puoi chiamarla zio, perché primo non è tuo zio, secondo non è rispetto. Si dà del lei per rispetto, stai parlando con una persona del pubblico più grande di te. Dal rispetto per gli altri passa anche il rispetto che hai per te stesso”. La discussione si è inalberata.


Dritto e Rovescio, Paolo Del Debbio caccia il trapper Baby Touché

E contro Mohamed Amine Amagour, padovano di origine marocchine che spopola su Spotify e conosciuto con il nome di Baby Touche è intervenuto Del Debbio che già in precedente, quando il trapper aveva accostato Dj Ringo e Totò Riina, aveva alzato la voce: “A me non metti paura. Chiedigli scusa, se no te ne vai. Gli hai detto Totò Riina?”. E Touchè: “Zio, non farmi questa scenata perché non ho bisogno di questo”.

La maleducazione del trapper ha poi portato Del Debbio all’esplosione: “Siedi un c**. Vai fuori dai co***oni”, ha detto il conduttore, che ha poi chiamato la sicurezza per scortare fuori il 20enne, che se n’è andato alzandosi con tono minaccioso dicendo: “Non mi toccare”. Più tardi nella puntata, Paolo Del Debbio ha chiesto scusa per la brutta scena andata in onda.

“Chiedo veramente scusa ai telespettatori. Abbiamo raggiunto un livello di una bassezza totale. Mi scuso di aver invitato personaggi di questo tipo. Con questa arroganza, questo modo di fare così becero, di chiamare zio un signore, Totò Riina. Me ne scuso di cuore. Mi scuso col pubblico di questo errore. Scusate”.


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