Non c’è puntata di Domenica In senza una polemica. Lo sa bene Mara Venier, ormai da anni alla guida del programma. Stavolta i commenti si sono scatenati dopo l’esibizione di uno dei cantanti più rappresentativi della storia della musica italiana. Si tratta di Nicola Di Bari che ad 83 anni è ancora in formissima e non smettete si sorprendere. Per chi tra i più giovani non lo conoscesse Nicola è il quarto cantante ad aver vinto il Festival di Sanremo per due edizioni consecutive, nel 1971 (con Il cuore è uno zingaro) e nel 1972 (con I giorni dell’arcobaleno), vincendo anche Canzonissima nel 1971.
È inoltre uno dei cantanti italiani più noti all’estero, in particolare in America Latina. Alcuni suoi brani sono diventati degli evergreen della musica italiana, al punto di essere stati reincisi in anni successivi da altri artisti: ad esempio Chitarra suona più piano, incisa da Mina nell’album Uiallalla, o La prima cosa bella, interpretata da Malika Ayane per la colonna sonora dell’omonimo film.
Domenica In, critiche per l’esibizione di Nicola Di Bari
Nelle sue canzoni si ritrova spesso il tema dell’emigrazione e il sentimento di grande attaccamento alla terra natia e alla vita rurale, con richiami alla campagna e ai suoi colori. Nella puntata di oggi però sono piovute critiche (anche su Mara Venier). Il motivo? I telespettatori hanno ritenuto eccessivo l’uso del playback. “Ma fare cantare Nicola Di Bari in playback con una versione di quando era giovane di Zingara in spagnolo è veramente imbarazzante”, commentava un utente.
A fargli eco un secondo: “Il playback direttamente sulla versione del 1969 è meraviglioso“. “Anche il playback era in bianco e nero”, aggiungeva con sarcasmo Lele. “Nel playback di Nicola Di Bari si sente pure l’effetto della puntina del giradischi perché non esiste neppure un file audio in formato Mp3!”, concludeva un ultimo utente.
E, come questi, tanti altri commenti sono piovuti su X. Qualcuno anche per Mara Venier: “Mara, va bene tutto però la prossima volta anche no”. E ancora: “Domenica in, forse era meglio evitare”. Come dire, per questa volta va bene ma vediamo di non ripetere più l’errore.