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Dichiarazione choc di Salvo Riina, figlio del super boss Totò. Inizia col botto l’intervista di Vespa su Rai1. Politica, società e web si scagliano contro il conduttore

 

Bufera su Vespa e la Rai per la scelta di mandare in onda l’intervista nella trasmissione di stasera di Porta a Porta al figlio di Totò Riina, Salvo, in occasione dell’uscita del suo libro. Riina jr parlando di Falcone e Borsellino afferma: “Cosa penso di Falcone e Borsellino? Ho rispetto per i morti, ho rispetto per tutti”. Ricorda così il 23 maggio 1992, giorno dell’attentato a Giovanni Falcone. “Ricordo il fatto, avevo 15 anni, eravamo a Palermo e sentivamo tante ambulanze e sirene, abbiamo cominciato a chiederci il perché è il titolare del bar ci disse che avevano ammazzato Falcone, eravamo tutti ammutoliti. La sera tornai a casa, c’era mio padre e non mi venne mai il sospetto che lui potesse essere dietro quell’attentato”.

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“Amo mio padre e la mia famiglia, al di fuori di ciò che gli viene contestato, giudico ciò che mi hanno trasmesso: il bene e il rispetto, se oggi sono quello che sono, lo devo ai miei genitori. Perché devo dire che mio padre ha sbagliato? Per questo c’è lo Stato, non tocca a me. Il quarto comandamento dice: ‘onora e rispetta sempre i tuoi genitori’, e io così faccio. Ho avuto un’infanzia molto serena per noi era un divertimento non andare a scuola, era come un gioco, e non ce lo siamo mai chiesto il perché, abbiamo sempre vissuto questa vita, diversa dagli altri, fino quando non hanno arrestato mio padre. Mio padre diceva che andava a lavorare la mattina, diceva di fare il geometra e per noi andava a lavorare, con gli anni crescendo ho capito che c’era qualcosa di diverso, man mano che crescevamo sentivamo sempre di più il nome di mio padre. Siamo nati con questa sorta di vita particolare ed era un segreto mantenere, era una sorta di protezione da parte nostra”. E sulla percezione dello Stato: “Per me lo Stato è l’entità in cui vivo, che rispetto anche se a volte non condivido determinate leggi e sentenze”. Alla domanda sulla considerazione che l’arresto del padre fosse, come sottolineavano i tg di allora, “una vittoria dello Stato”, ha risposto: “Non lo condivido, perché è mio padre, mi hanno portato via mio padre, non potrei condividerlo”.

 

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