Jonathan Kashanian protagonista nell’ultima puntata di Detto Fatto. L’opinionista ha messo a tacere le malelingue in tv replicando ad un hater che lo aveva definito: “specie di uomo che non ha mai lavorato in vita sua”. Un’accusa dura e del tutto priva di fondamento che ha prontamente trovato la replica di Kashanian. Che ci ha tenuto a precisare che i veri uomini non si vedono dai muscoli e che nella sua vita si è sempre dato da fare fin dalle elementari, quando viveva già in Italia, dove i genitori sono emigrati da Israele.
“Non sono nessuno e non tutti devono conoscere la mia vita privata. Ma ho lavorato fin da bambino, mi mettevo il naso da pagliaccio e mi davo da fare alle feste private durante le elementari. Alle medie ero invece il segretario in un’associazione mentre da adolescente lavoravo come insegnante privato. Dopo la maturità, per poter viaggiare e mantenermi, facevo il commesso e il calligrafo”, ha raccontato Jonathan Kashanian a Detto Fatto. Continua dopo la foto

“Ma la cosa più grave è definirmi un mezzo uomo solo perché non ho atteggiamenti da macho e ho dei modi più raffinati e indosso le calze gialle. Mia madre mi ha insegnato che i veri uomini sono quelli che riescono ad emozionarsi per le cose importanti della vita, come la nascita di un bambino”, ha aggiunto. “Chapeu”, ha replicato con tanto di applausi Bianca Guaccero alle parole di Jonathan Kashanian. Parole che sono piaciute pure al pubblico della rete. Continua dopo la foto

“Grande Jonathan, esistessero più uomini come te”, ha sottolineato qualcuno su Twitter. Jonathan Kashanian nasce il 15 gennaio del 1981 a Ramat Gan, una cittadina del Distretto di Tel Aviv in Israele. In realtà Jonathan non è il suo vero nome: esso è Yehonatan. Nipote di nonni originari dell’Uzbekistan e figlio di genitori ebrei iraniani, all’età di tre anni si trasferisce con la famiglia a Milano. Continua dopo la foto

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A diciannove anni, nel 2000, decide di intraprendere un viaggio in Oriente, vivendo in Thailandia, in Nepal, in India, nel Laos e in Cambogia. Tornato in Italia, dopo essersi diplomato come stilista, lavora tra showroom e sfilate, mantenendosi grazie alle lezioni private che impartisce e alla sua attività di calligrafo, in virtù della quale scrive a mano inviti per boutique di prestigio.
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