Degli appunti scritti in lingua spagnola, con una grafia piccola ma comprensibile. A scriverli l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio pochi giorni prima del conclave. Fu proprio quel testo a far crescere il consenso intorno a lui, fino alla successiva elezione. A rivelare il documento è stato il cardinale cubano Jaime Ortega che ha chiesto a papa Francesco una copia del testo originale ricevendo anche l’ok per la pubblicazione. Come riportato da Paolo Rodari per La Repubblica gli appunti hanno ridestato stupore nonostante gli anni di distanza. Alcuni punti in particolare: Bergoglio dice la sua sul futuro papa, un uomo che, attraverso la contemplazione di Gesù e l’adorazione di Gesù, aiuti la Chiesa “a uscire da sé stessa verso le periferie esistenziali, che la aiuti a essere la madre feconda che vive della dolce e confortante gioia dell’evangelizzare”. Francesco spiega cosa significa evangelizzare. Implica “zelo apostolico” e “presuppone nella Chiesa la ‘parresìa’ di uscire da se stessi”, per andare “verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali”. (Continua a leggere dopo la foto)
Bergoglio ricorda anche i mali che affliggono la Chiesa, in particolare l’autoreferenzialità, il “narcisismo teologico”. E ancora: “La Chiesa, quando è autoreferenziale, senza rendersene conto, crede di avere luce propria; smette di essere il ‘mysterium lunae’ e dà luogo a quel male così grave che è la mondanità spirituale (secondo De Lubac, il male peggiore in cui può incorrere la Chiesa)”. (Continua a leggere dopo la foto)


{loadposition intext}
“Ci sono due immagini di Chiesa: la Chiesa evangelizzatrice che esce da se stessa; quella del ‘Dei Verbum religiose audiens et fidenter proclamans’ – La Chiesa che religiosamente ascolta e fedelmente proclama la Parola di Dio – o la Chiesa mondana che vive in sé, da sé, per sé. Questo deve illuminare i possibili cambiamenti e riforme da realizzare per la salvezza delle anime”.