È notte fonda quando il diciottenne David Tell scende dall’autobus che l’ha portato a Parris Island, la base militare dove avviene la prima, estenuante e selettiva fase dell’addestramento dei marines. David è sempre stato idealista e patriottico, ma niente poteva prepararlo a quello che lo aspetta: un addestramento massacrante, un incubo fatto di soprusi, vessazioni, vere e proprie torture, dal quale David riesce a uscire soltanto quando tocca il fondo dentro di sé e scopre di poter resistere. nel libro “Io sono un’arma” edito in Italia da Longanesi racconta la sua storia. Nei mesi successivi David terminerà l’addestramento – rischiando la vita più volte – e apprenderà le tecniche di combattimento più avanzate, con le armi da fuoco e senza, le tattiche di sorveglianza e di aggressione, le manovre di invasione degli edifici occupati dai nemici… E i suoi risultati saranno tanto eccellenti che verrà selezionato per entrare a far parte della Fast Co (Fleet Anti-Terrorism Security Team Company): un’unità speciale all’interno dei marine, un’élite composta da uomini scelti diventati vere e proprie armi viventi. Con una voce asciutta e struggente al tempo stesso, David rivela segreti e retroscena inediti che riguardano il corpo militare più famoso al mondo, raccontando la storia vera di come imparare a uccidere significhi avere la possibilità di diventare un eroe… Ma significhi anche estrema solitudine ed estrema diffidenza nei confronti dei civili, della famiglia, degli affetti più cari. E persino di se stessi.
David Tell non è più un marine: “No, ero diventato una bestia, ed ero stanco di uccidere – Ha raccontato a Roberto Saviano – Ha un senso quando sai perché lo stai facendo. Ma io non sapevo nemmeno chi uccidevo. Chi è sbarcato in Normandia sapeva chi ammazzava e perché, io non più. Durante una missione contro trafficanti di droga in una zona aeroportuale dovevamo prendere pilota e corriere. Ce la prendemmo invece con chi non c’entrava nulla. Un’altra volta ci avevano tolto piastrine identificative e documenti, tutto ciò che avrebbe potuto identificarci come americani. Anche le munizioni non erano dell’esercito ma di quelle che puoi recuperare sul mercato nero. Lì mi sono detto: ma questi cosa cazzo stanno facendo, mi stanno abbandonando sul ciglio della strada come un cane? Il fatto è che per il corpo dei marines tu sei solo una parte. Il fatto che il corpo dei marines ti usi per uccidere gli innocenti non frega a nessuno. Io non ho mai pensato di essere un killer, piuttosto un’arma a disposizione del corpo dei marines. Un’arma come ce ne sono tante nei loro magazzini. Così come non ho mai pensato che il mio fucile avesse del risentimento o delle emozioni, credo che i marines non abbiano preso in considerazione che ne avessi io. Solo un mezzo, uno strumento di loro proprietà”.