E’ mancato a 87 anni, nella sua casa di Città del Messico, a causa dell’improvviso aggravarsi di una polmonite. Gabriel García Márquez era malato da tempo e negli ultimi anni aveva limitato le apparizioni pubbliche a causa della malattia. Lo scrittore colombiano è stato l’autore di Cent’anni di solitudine, romanzo chiave del realismo magico ibero-americano che ha avuto un successo planetario, tradotto in 37 lingue, ha venduto 60 milioni di copie. Tra i suoi romanzi più celebri L’autunno del patriarca, Cronaca di una morte annunciata, L’amore ai tempi del colera fino alla sua ultima opera narrativa Memoria delle mie puttane tristi. Per anni è stato anche un grande giornalista e la sua figura si intreccia alla storia del Sudamerica. Difese la rivoluzione castrista a Cuba, amico intimo di Fidel Castro lo definì “uno dei grandi idealisti del nostro tempo”, anche se chiese sempre a Fidel più democrazia. Subito dopo la notizia della morte arriva il tweet di condoglianze del presidente colombiano Juan Manuel Santos, “Mille anni di solitudine e tristezza per la morte del più grande dei colombiani di tutti i tempi. Solidarietà e condoglianze a Gabo e la famiglia”.