Si continua a parlare della chiusura, dopo 14 anni, Centovetrine, la soap italiana più longeva e seguita. Una lettera – scritta da uno degli autori e diffusa da Affaritaliani – riassume la decisione di Mediaset e svela tutti i retroscena della fine annunciata. Tanta gente che da anni dava vita ai personaggi di Centovetrine ora sono senza lavoro.
“In data venerdì 13 marzo, ci hanno ordinato di sgombrare l’ufficio scrittura qui a Roma – dove abbiamo lavorato per più di dieci anni – concedendoci solo mezza giornata di tempo (cioè questa mattina, lunedì 16) perché già dal pomeriggio sarebbe entrata una nuova produzione. Poche ore per togliere tutto, col preavviso di un giorno. Per giunta, abbiamo trovato il server bloccato – per decisioni dall’alto – dunque non è stato possibile accedere alle nostre cartelle per recuperare i file personali.
Spieghiamo chiaramente come è andata? La serie non è stata chiusa nè spostata su Rete 4 per il basso share, semmai il contrario: su Canale 5 al suo solito orario faceva il 16% di media, e dopo un periodo difficile era in ripresa. Anche su Rete4, dopo lo shock del trasferimento, gli ascolti hanno iniziato a salire. E qui c’è stata la decisione di spostarla in prima serata, poi no, poi sì, poi solo al sabato, poi al martedi, poi sospenderla”.
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“Le nuove puntate, quelle che non sono andate in onda, avrebbero visto il ritorno di personaggi storici e amatissimi, e trame all’altezza degli anni d’oro. Tutto lasciava pensare che ci sarebbe stata una ripresa degli ascolti, tutto lascia pensare ora che avrebbe dato fastidio a chi aveva già deciso che la serie sarebbe stata chiusa e non ci sarebbe stata una sedicesima stagione.
Qui non si discute la decisione di chiudere, tutte le cose finiscono, e sedici anni in tv sono tanti. Ma una serie che per tre lustri ha portato alla sua rete soldi, prestigio e successo, che ha dato lavoro negli anni a migliaia di italiani, e con un suo pubblico fedele e affezionato negli anni nonostante le crisi, le disaffezioni, i semplici cambiamenti della vita, meritava un bell’annuncio di chiusura, un’ultima stagione appassionante e una promozione adeguata.
Invidiamo tantissimo agli americani le loro fiction geniali e dagli alti budget, ma nemmeno alla serie americana più scarsa sarebbe stato riservato questo trattamento. nessuna sarebbe stata semplicemente fatta sparire in silenzio, senza nemmeno mandare in onda puntate già scritte, montate, girate e pagate.
E quando si dice che Mediaset non ha mai licenziato nessuno, e “chi se ne frega tanto è solo tv spazzatura”, si ripensi alle 300 persone che restano a casa. Non agli attori, ai registi e agli scrittori. Ma agli elettricisti, alle costumiste, agli operai, agli impiegati… Non tutti quelli che lavorano in tv sono fancazzisti privilegiati. Tutti, però, ci hanno messo energie e passione, per sedici anni. E almeno un saluto e un ringraziamento lo meritavano”.
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