Solo pochi giorni fa la famiglia Polese aveva annunciato a “Novella 2000” l’intenzione di girare altre stagioni del reality show: “Se della trasmissione Il Castello delle Cerimonie ci saranno altre stagioni? Sicuramente ci saranno, ma non posso dire niente a riguardo”. A dirlo era stata Donna Imma Polese, figlia di don Antonio, il “Boss delle Cerimonie” del ristorante-albergo “La Sonrisa” di Sant’Antonio Abate. Il sole sembrava essere tornato sulla Sonrisa.
E invece, poche ore fa, la notizia che di fatto cambia ogni cosa. Alle tre società all’interno del Castello è stato notificato il provvedimento di revoca delle due licenze di pubblico esercizio e per l’esercizio dell’attività alberghiera, con “contestuale cessazione delle attività alberghiera e di ristorazione”. Al netto di eventuali ricorsi al Tar o sospensive, tutte le attività dovranno cessare.
Castello delle Cerimonie, il Comune revoca le licenze
“In caso di mancata ottemperanza, anche parziale, del provvedimento – si legge nel provvedimento notificato dagli Uffici comunali abatesi – sì procederà alla chiusura forzata dei locali mediante l’apposizione di sigilli”. In poche parole, il provvedimento notificato prevede la cessazione immediata delle attività di ristorazione e alberghiere, salvo eventuali ricorsi al TAR o richieste di sospensione.
“Con questo provvedimento – ha dichiarato la sindaca Abagnale – prosegue il complesso iter per la completa acquisizione del bene a patrimonio comunale, in esecuzione di una sentenza definitiva che prevede la confisca per il reato di lottizzazione abusiva. Tutte le operazioni stanno proseguendo, anche sulla base del confronto sempre aperto con la Prefettura di Napoli e con la Procura Generale, costantemente informate degli sviluppi”.
“Nelle prossime settimane – prosegue la sindaca di Sant’Antonio Abate – il Consiglio Comunale sarà chiamato a pronunciarsi sui primi atti d’indirizzo per il futuro degli immobili e dell’area di circa 44mila metri quadrati che entreranno a far parte delle proprietà del Comune abatese. Un primo passo per dare nuova vita a quell’area – conclude Ilaria Abagnale – seguendo i dettami della sentenza della Corte di Cassazione, che ha indicato come alternative la demolizione o il recupero del compendio immobiliare attraverso una pianificazione”.