Se vi chiamano cariatide, non offendetevi. È come se a Roma vi dicessero “a bbona!” Sono innegabilmente splendide le Cariatidi per eccellenza, quelle che per duemilacinquecento anni hanno sorretto l’Eretteo di Atene. Ce ne accorgiamo soprattutto ora che dopo tre anni e mezzo i tecnici del Museo dell’Acropoli hanno terminato un’opera di pulitura ultratecnologica, rimuovendo a colpi di laser la coltre nera che insozzava le statue. Scolpite probabilmente da un allievo di Fidia, per due millenni hanno vegliato in sei sull’Acropoli finchè all’inizio dell’800 Lord Elgin, ambasciatore dell’impero britannico, se ne portò in patria una insieme a un bel pezzo del fregio del Partenone. Alla fine, strozzato dai debiti, vendette tutto il malloppo al British Museum. Secondo i greci fu una rapina, secondo gli inglesi un benemerito salvataggio dall’incuria dei turchi, che allora dominavano la Grecia. Tramontato da un pezzo l’impero Ottomano, le cinque Cariatidi rimaste ad Atene stanno però ancora attendendo il ritorno dell’amata sorella. (ep)