Mamma Claudia scrive alla redazione di “C’è posta per te” per riallacciare i rapporti con la figlia Silvana trasferitasi a casa del compagno, Giuseppe di Acerra, e vive a molti chilometri di distanza. I genitori, in seguito a un progressivo diradarsi dei rapporti, vedono annullarsi completamente i contatti con loro. In studio arrivano Giuseppe, Silvana e Graziella la suocera, protagonista negli ultimi anni della spaccatura. Quando si apre la busta, a parlare è la madre: “Non può essere che da un litigio così stupido nasca una cosa del genere. Abbimo bisogni di stare con voi”.
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Le due fazioni opposte si fronteggiano esponendo i rispettivi punti di vista. Il papà non si è mai rifiutato di conoscere il fidanzato della figlia messa alla porta per i cattivi voti a scuola. La spaccatura che si è creata sembra insanabile, soprattutto per il silenzio che ha sotterrato qualsiasi possibilità di chiarimento. Silvana sostiene che, nel riaccogliere i genitori, farebbe un torto alla famiglia che l’ha accolta con tanto amore. Per la ragazza i genitori non hanno rispettato Graziella, che si è dimostrata sempre disponibile a mettere a posto la situazione, senza che la cosa accadesse. Silvana decide di aprire la busta: “Ma non cambierà da un giorno all’altro”. Silvana, Giuseppe e Graziella sembrano non avere alcuna intenzione di accogliere le scuse dei genitori di lei, che d’altronde non hanno alcuna intenzione di ricongiungersi con loro. Silvana dice di non sentirsela, che non è una cosa che può accadere da un giorno all’altro: “Noi siamo nell’ultima parte della nostra vita, il beneficio è per voi, vogliamo starvi accanto se avrete bisogno, e speriamo che non avrete bisogno”. Graziella dice che Silvana è libera di fare quel che vuole, che in fondo si tratta della madre e che sarebbe giustificata. I genitori si prodigano scusandosi decine di volte, ma Giuseppe ribatte dicendo che devono scusarsi con la figlia. Ma Silvana: “Io sono sincera, se apro questa busta non sarà una cosa che da domani cambierà tutto, ma dovrà cominciare da zero…”
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