Charles Pierre Baudelaire (1821 – 1867), è uno dei più celebri e importanti poeti del XIX secolo, esponente chiave del Simbolismo affiliato del Parnassianesimo e grande innovatore del genere lirico, nonché anticipatore del Decadentismo. I fiori del male, la sua opera maggiore, è considerata uno dei classici della letteratura francese e mondiale. Baudelaire era un grande amante dei gatti e a questi animali misteriosi e affascinanti ha dedicato molti versi, tutti contenuti nella raccolta Spleen e Ideale. Le chat è una poesia erotica dove il fascino sensuale della donna viene paragonato a quello del gatto. L’attrazione che il poeta prova nei loro confronti ha caratteristiche simili: ne è come soggiogato, per il fascino che emanano, e prova piacere, ma al tempo stesso ne è ferito, per la loro freddezza e crudeltà. Di Baudelaire un Pasolini sempre più disgustato dalla letteratura italiana a lui contemporanea, scrisse: “Les fleurs du mal escono nel 1857, e, com’é noto, fanno di colpo invecchiare e retrocedere a uno stato di marginalità provinciale tutta la letteratura italiana. Questo stato di inferiorità rispetto alle più importanti letterature europee, è durato dunque un secolo, e non è ancora veramente finito”.
Le chat
di Charles Baudelaire
Vieni sul mio cuore innamorato, mio bel gatto:
trattieni gli artigli della zampa,
e lasciami sprofondare nei tuoi occhi belli
misti d’agata e metallo.
Come s’inebria di piacere la mia mano
palpando il tuo elettrico corpo
con le dita che tranquille ti accarezzano
la testa e il dorso elastico!
E penso alla mia donna, a quel suo sguardo
come il tuo, amabile bestia,
freddo e profondo che taglia e fende come freccia,
e a quell’aria, a quel profumo
che pericoloso fluttua sul suo corpo
dai piedi su fino alla testa!