In una Iraq sotto il tiro dei miliziani dell’Isis, che distruggono libri, incendiano librerie, arrestano i librai colpevoli di vendere libri cristiani, c’è una storia che riapre il cuore alla speranza. È quella di una coraggiosa ragazza di soli 22 anni che ha deciso di realizzare il suo sogno a qualunque costo. Ruqaya Fawziya vive a Baghdad, città libera dove la minaccia dello Stato Islamico si fa comunque sentire, ha una laurea in legge e ha sempre sognato di vendere libri per strada.
«Fin da quando ero bambina», rivela Ruqaya, «sognavo di lavorare in due posti diversi: al mattino in libreria e al pomeriggio in uno studio legale. Non pensavo di farcela, ma l’ho realizzato, anche se all’inizio è stata dura. La mia famiglia dapprima si oppose alla mia scelta, poi quando ha visto che io andavo avanti per la mia strada mi ha incoraggiata».
Oggi Ruqaya è la prima donna a vendere libri in Al Mutanabbi Street, la strada che rappresenta il cuore dell’ambiente culturale iracheno ed è sede di librerie e caffè letterari che hanno dato vita ad una sorta di biblioteca all’aperto. «Non sono mai stata infastidita da chi viene qui. A volte, la gente mi guarda con sorpresa, forse perché non ha familiarità con una donna che vende libri. Ma ci sono anche molte persone che, al contrario, mi incoraggiano».
Al-Mutanabbi Street è anche tristemente famosa per l’attentato del 5 marzo del 2007, quando nel mezzo della sanguinosa guerra in Iraq, un’autobomba esplose di fronte al caffè Shahbandar, un luogo di incontro per generazioni di scrittori e intellettuali iracheni, e provocò trenta vittime tra le quali quattro figli del proprietario e un nipote. Nella lontana San Francisco un libraio, Beau Beausoleil, poeta e proprietario un negozio di libri usati, la Grande Overland Book Company, lesse la sconvolgente notizia e attese invano una reazione di sdegno e solidarietà da parte del resto del mondo. Non successe nulla e il libraio si sentì offeso due volte: un attacco a scrittori e librai, in qualsiasi parte del mondo avvenga, ha per lui un significato profondo che non può cadere nell’indifferenza generale. Sentì la necessità di agire in prima persona e fece partire un progetto di arte e scrittura chiamato Al-Mutanabbi Street Starts Here per esprimere solidarietà ai librai, scrittori e lettori iracheni.
Al Mutanabbi Street Starts Here from The Arab British Centre on Vimeo.
Nel corso degli anni ha prodotto una mostra itinerante che comprende oltre 130 manifesti (una per ogni persona rimasta ferita o uccisa durante l’attentato), una antologia (pubblicata nell’agosto 2012) e 260 libri d’artista ispirati alla “via dei librai” con contributi dal mondo intero. Il titolo del progetto, Al-Mutanabbi Street Starts Here, trasmette l’idea che ovunque qualcuno si sieda a scrivere o a leggere, è lì che inizia Al-Mutanabbi Street.
La strada che prende il nome da al-Tayyib al-Mutanabbi, uno dei massimi esponenti della poesia araba, è considerata il “terzo polmone di Baghdad, dove si insegna agli studenti a respirare” ed è stata un rifugio per gli scrittori e artisti di tutte le fedi almeno dall’ VIII secolo. Oggi una giovane donna dagli occhi gioiosi e intelligenti rappresenta la rivincita di una Iraq che lotta con tutte le sue forze in nome della cultura e del diritto alla lettura in piena libertà.
Leggi anche:
Mosul, miliziani dell’Is saccheggiano le antiche biblioteche e bruciano i libri in piazza