Scavi archeologici d’eccezione. Siamo Venezia dove inizieranno probabilmente già a febbraio tra il Ponte della Paglia e la Biblioteca Marciana, lungo la riva, le indagini tomografiche alla ricerca della mitica terza colonna di piazzetta San Marco, quella che secondo le cronache andò perduta e sommersa in acqua, mentre veniva portata a riva insieme alle “sorelle” del Todaro e del Leone alato, e rimase sul fondo del Molo. La Soprintendenza veneziana ha già formalizzato il via libera all’indagine proposta dal capitano e subacqueo veneziano Roberto Padoan proprio, per dimostrare che la colonna esiste davvero, sepolta sotto il fango a circa sette metri di profondità, a contatto con lo strato di caranto, l’argilla limosa e compatta che è nei fondali lagunari. “Qualsiasi appassionato di archeologia – ha dichiarato Padoan – un po’ sognatore come me sa che dove c’è una leggenda c’è anche un po’ di realtà”. (Continua a leggere dopo la foto)

La colonna perduta è quella che secondo alcune cronache e ricostruzioni storiche finì nell’acqua della Laguna nel settembre del 1172 , forse una manovra maldestra, la colonna si inabissò: a guidare le operazioni di attracco c’era il capitano Jacopo Orseolo Falier che, insieme a spezie e tessuti, aveva imbarcato le tre colonne a Costantinopoli. Un dono per il doge Sebastiano Ziani. Quella mancante, secondo le ricerche e gli studi realizzati da Padoan, potrebbe ancora essere sommersa di fronte al molo, a poche centinaia di metri dalle altre due.
(Continua a leggere dopo le foto)


{loadposition intext}
“Se ci fosse il fango sarebbe sprofondata e sarebbe impossibile recuperarla, ma di fronte al molo di San Marco c’è il caranto”, spiega Padoan. Insomma, l’argilla compatta dei fondali lagunari potrebbe avere accolto e protetto la colonna, a non più di 9-11 metri di profondità, assieme alla statua di una figura con in testa un berretto che richiamava il corno – il cappello – del doge. Padoan spera di chiarire, una volta per tutte, uno degli episodi più controversi della storia della Serenissima. Chi pagherà l’indagine? Il capitano Padoan è alla ricerca degli sponsor, fondamentali soprattutto nella seconda fase, se la colonna dovesse davvero essere trovata, per cercare di riportarla alla luce.
Ti potrebbe interessare anche: Comprano e restaurano un antico borgo, ma un buco nel pavimento porta alla luce un tesoro inestimabile. L’incredibile storia di una coppia che ha fatto la più grande scoperta della vita