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Alda D’Eusanio, il coma vegetativo e quella supplica in tv. E (per ora) ha vinto lei

 

Una piccola battagli a vinta in uno dei meno facili della sua vita. Alda D’Eusanio vittima di diffamazione da parte del quotidiano cattolico Avvenire: ne è convinto il pm che ha disposto il rinvio a giudizio del direttore della testata Marco Tarquinio e di Lucia Bellaspiega, autrice degli articoli con i quali nel novembre 2013 alla conduttrice venne rimproverato un “intervento choc contro la disabilità”.

I fatti risalgono a quando la nota conduttrice, in una puntata de “La vita in diretta”, dopo un servizio sul coma vegetativo si era idealmente rivolta alla madre chiedendole di non farla vivere “dieci anni così”, facendo così riferimento alla vicenda di Max Tresoldi, risvegliatosi nel 2001 dopo dieci anni di coma. Una posizione che fu criticata da Avvenire e quel “mamma non fare come la mamma di Max, non farmi vivere così” fu definito dalla Bellaspiga proprio come un “intervento choc contro la disabilità”. Di lì la querela della D’Eusanioche non accettava di essere descritta come un mostro, una persona insensibile ai drammi dei disabili.

La decisione della procura conferma il pensiero della conduttrice: secondo il pm, la D’Eusanio aveva solo pregato il genitore di assecondare le sue volontà senza attaccare nessuno e nelle sue parole era da scorgere solo una preghiera e non un’offesa contro il disabile.

Alda D’Eusanio racconta il suo dramma: “Ho perso la memoria, non ce la faccio…”



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