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Alberi: cinque tra le più belle opere d’arte di Madre Natura

La potenza della natura genera opere d’arte che spesso gli artifici umani non riescono ad eguagliare. È il caso di questi alberi straordinari che nel loro semplice esistere, crescere e svilupparsi si trasformano in monumenti eccezionali che celebrano Madre Natura in tutta la sua sublime e potente bellezza.


Partiamo dall’albero più antico del mondo che, dall’alto dei suoi cinquemila anni può permettersi un nome come Methuselah, dal patriarca Matusalemme che, secondo quanto riportato nella Bibbia, ha vissuto circa mille anni. È alto 8-9 metri  e si trova nella Forest of Ancients nelle White Mountains della California, ma la sua precisa ubicazione è mantenuta segreta per evitare possibili vandalismi. Un esemplare ancora più vecchio, chiamato Prometeo, aveva 4.844 anni quando fu abbattuto nel 1964.

A volte invece l’intervento dell’uomo e quello della natura si uniscono per creare qualcosa di unico e meraviglioso, come è successo in Cambogia, dove le radici degli alberi sono diventate parte integrante e indissolubile dell’antico tempio Ta Phrom di Angkor.

Quando nel ventesimo secolo cominciarono gli sforzi per la conservazione ed il restauro dei templi di Angkor, Ta Prohm fu appositamente scelto dalla École française d’Extrême-Orient per essere lasciato così come era stato trovato proprio per questa particolare sinergia tra manufatto e Natura.

 

Spesso sono le forme originali e curiose che fanno di questi spettacoli della Natura delle vere e proprie opere d’arte. È il caso dei Dragon Tree appartenenti alla specie Dracaena Cinnabari, che popolano l’isola di Socotra nello Yemen e dalle quali si estrae il “sangue di drago”, una resina di colore rosso usata nei tempi antichi sia in medicina, che come incenso e come colorante.

Altre volte, a rendere gli alberi dei miti viventi sono le incredibili condizioni in cui scelgono di vivere, come  ad esempio il famoso Shajarat-al-Hayat, l’albero della vita, che si trova a sud – est del deserto del Bahrein, ad una distanza di circa 2 km dal Djebel Dukhan (la Montagna del Fumo) e a 40 km da Manama. Il deserto del Bahrein è una distesa di dune e sabbia, privo di dirette fonti d’acqua ed è un vero mistero come questa acacia, che sembra sia stata piantata nel lontano 1583, riesca a sopravvivere così a lungo, seppure sia una pianta adatta ai climi aridi.

Shajarat-al-Hayat è una vera e propria attrazione turistica anche per i simboli religiosi di cui è stato caricato, proprio per questo è stato spesso oggetto di atti di vandalismo, con asportazioni di pezzi di corteccia, rami e foglie che gli hanno provocato gravi mutilazioni tanto che le  autorità locali hanno deciso di proteggerlo con una recinzione.

Infine esistono alberi che sembrano vere e proprie tavolozze ricoperte dai più svariati colori. Sono i coloratissimi esemplari di Eucalyptus deglupta, l’albero arcobaleno che raggiunge i 70 metri di altezza e vive nelle isole Filippine, in Indonesia e alle Hawaii. La sua corteccia multicolore è una straordinaria manifestazione della imprevedibile creatività di Madre Natura.


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