La scrittrice e storica dell’arte Marisa Volpi è morta mercoledì scorso a Roma all’età di 87 anni. I funerali si terranno oggi pomeriggio alle ore 16 nella chiesa di San Bellarmino in piazza Ungheria a Roma. Allieva di Roberto Longhi all’Università di Firenze, Volpi ha insegnato storia dell’arte contemporanea all’Università di Cagliari e di Roma. Nel 2003 è stata nominata professore emerito di storia dell’arte contemporanea all’Università “La Sapienza” di Roma. Nel 2001 fu nominata Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica. Marisa Volpi ha debuttato come narratrice nel 1986 con “Il maestro della betulla” (Vallecchi), vincendo il Premio Viareggio 1986.
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Numerosi suoi racconti hanno per tema episodi di vite di artisti, come Berthe Morisot, Arnold Bocklin ed Edgar Degas. Tra i suoi romanzi “Nonamore” (Mondadori, 1988), “La casa di via Tolmino” (Garzanti, 1993), “Cavaliere senza destino” (Giunti, 1993), “Il condor” (Giunti, 1994), “Congedi” (Giunti, 1995, selezionato per la cinquina del Premio Strega), “Fatali stelle” (Longanesi, 1998), “Fuoco inglese” (Medusa edizioni, 2001), “Uomini” (Mondadori, 2004), “Amnesia” (Edizioni della Cometa, 2005). Nata a Macerata nel 1928, la sua carriera inizia all’Università di Firenze come allieva di Roberto Longhi, con il quale studia la pittura italiana del Settecento e successivamente quella del Novecento, svolgendo studi su Kandinskj, Mondrian, l’arte americana, l’Espressionismo, l’arte russa della Rivoluzione, il Simbolismo in Francia, Germania e Inghilterra e l’Impressionismo, con particolare attenzione per Monet.
Negli anni ’60 e ’70 Volpi in qualità di critica ha seguito artisti americani ed europei, indagando il legame fra la morfologia dello stile di un artista e i contenuti dell’immagine catturati all’interno della biografia individuale e della storia della cultura.
Caffeina news by AdnKronos
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