Continua il diario di bordo di Samantha Cristoforetti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale ISS, dopo il primo giorno raccontato qui, arriva la seconda storia piena d’emozione raccontata dalla donna italiana più famosa del momento.
Avamposto Spaziale ISS. Orbita Terrestre—Eccomi qui, a concludere la mia prima giornata “normale” sulla Stazione Spaziale Internazionale! In un certo senso, sembra quasi che io sia arrivata qui molto tempo fa: quando scoprite nuove cose in ogni momento e la vostra mente sta assorbendo così tante esperienze e informazioni, si ha la sensazione che il tempo si espanda. È difficile credere che siamo arrivati solo ieri mattina, il lancio sembra già così lontano.
D’altra parte, ogni volta che urto contro qualcosa per le mie abilità di volo da principiante, oppure ogni volta che ho bisogno di fare una domanda a Butch (il che capita ogni pochi minuti), mi torna in mente che sono appena arrivata e ho ancora molto da imparare!
Butch, naturalmente, è il nostro membro veterano dell’equipaggio della parte non russa della Stazione, è quassù da settembre. E, grazie al cielo, è la personificazione della pazienza. Ha messo in chiaro fin dall’inizio che la regola numero 1 è: non esitate a fare una domanda, anche se sapete che la state facendo per la 15a volta! (continua dopo la foto)
Sono grata di avere avuto il lusso di un programma di attività leggero per questo primo giorno. Per lo più, ho fatto del lavoro preparatorio per alcuni dei prossimi esperimenti. Più avanti in questa settimana Sasha, Elena e io installeremo l’esperimento Plasma Kristall 4 (PK4) in Columbus, e per quello ho dovuto fare alcune riconfigurazioni per mettere ordine e stivare alcune cose. In sè stesso è un compito semplice, ma molto impegnativo quando siete appena arrivati nello spazio e non avete ancora il perfetto controllo del vostro corpo, senza contare cinque grandi borse che dovete in qualche modo maneggiare mentre accedete a un determinato armadietto. Trovare un oggetto specifico in una borsa, poi, può essere altrettanto impegnativo, se quella borsa è anche piena di altri piccoli oggetti a cui non siete interessati, ma che semplicemente si rifiutano di rimanere dentro.
In aggiunta ai compiti relativi al PK4, avevo anche in programma di fare del lavoro preparatorio per l’esperimento dell’Agenzia Spaziale Italiana “Blind and Imagined” [bendato e immaginato—N.d.T.]: ho raccolto tutto l’equipaggiamento necessario e l’ho stivato temporaneamente nel laboratorio giapponese JEM, dove l’esperimento avrà luogo, e ho steso alcuni cavi.
Ho anche avuto modo di fare un po’ di studio autonomo (lo chiamiamo addestramento a bordo) per far funzionare il dimostratore di stampante 3D che si trova a bordo; visto che questa sessione di studio era nel mio programma, mi aspetto che presto lavorerò con la stampante 3D!
Per quanto riguarda volare: è molto divertente, ma non così facile! È particolarmente impegnativo nel laboratorio americano (Destiny), perché le facciate dei rack sono piene di equipaggiamenti che una svolazzatrice impacciata come me potrebbe danneggiare.
Ma hey, stasera mi sono già sentita più sicura di questa mattina, così sarò auspicabilmente presto una svolazzatrice esperta. Una cosa è certa: è una grande sensazione!
Fonte: Avamposto42