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L’olio della macchina lo cambi tu? Non “darlo a bere” all’ambiente, difendilo così

 

Cambi l’olio e vai. Un gesto semplice e necessario per il motore della tua auto o del tuo mezzo da lavoro. Ma c’è un’altra necessità alla quale dare risposte: la salvaguardia dell’ambiente. Perché quell’olio motore che ha garantito efficienza all’auto, dopo rischia di causare ferite profonde a quei paesaggi che apprezzi quando sei al volante.

Non oleare l’ambiente: rispettalo

Non tutti hanno la consapevolezza che l’olio lubrificante usato – sia che si tratti di oli minerali o sintetici per i motori – è un rifiuto pericoloso. Da qui l’esigenza di adempiere a una precisa procedura di raccolta e smaltimento che è seguita da un processo di rigenerazione al fine di dare nuova vita allo stesso olio. Per fare in modo che gli oli usati entrino in un ciclo sicuro di raccolta differenziata, da 31 anni il Consorzio obbligatorio degli oli usati garantisce in tutta Italia la raccolta e il riutilizzo dell’olio lubrificante usato.

Ma perché è così importante che l’olio usato venga sottoposto a procedure di smaltimento così rigide?

Se smaltito in modo scorretto, o impiegato in maniera impropria, può essere altamente inquinante. Immaginate (ma non andate oltre) di versarlo sul terreno: in questo caso l’olio usato raggiunge la falda freatica e quindi pozzi di acqua potabile, con conseguenze ampiamente immaginabili.

Anche versandolo in acqua lo scenario devastante non cambia giacché crea una patina sottile e impermeabile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Ecco un esempio in grado di far comprendere l’enormità dei rischi: 4 chili di olio usato – l’equivalente di un normale cambio di un’auto – se versati in mare inquinano una superficie grande come un campo di calcio, per effetto dell’espansione.

Ma c’è un motivo in più. Questo rifiuto costituisce anche una importante risorsa economica per il nostro Paese: può essere rigenerato e tornare a nuova vita con le stesse caratteristiche di quello di origine. È stato calcolato che, dal 1984 a oggi, la rigenerazione dell’olio lubrificante usato ha consentito un risparmio complessivo di tre miliardi di euro sulle importazioni di petrolio del nostro Paese, con ricadute positive sull’economia e sull’ambiente.

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