Il virus dell’Ebola continua a minacciare una parte del continente africano e la preoccupazione è parecchia anche nel resto del mondo perché tra i vari continenti c’è molta mobilità. È anche per questo che ieri l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato lo stato d’emergenza internazionale e si parla di due contagi in Occidente, uno in Canada e l’altro in Europa. Il dramma, però, non cancella la speranza dei popoli africani che si appellano a governi e istituzioni varie chiedendo medicinali. Rimedi veri e propri, però, non sono. Sul tavolo della discussione c’è solo un siero sperimentale chiamato Zmapp già testato in due casi con risultati stupefacenti mostrando il regresso del virus. Gli scienziati lavorano senza sosta e i paesi africani chiedono che sia messo a loro disposizione il vaccino. C’è attesa perché l’Oms nelle prossime ore dovrà dire la sua. Si tratta di decidere sull’opportunità di dare ai contagiati un siero «a uso compassionevole» contro un virus che può essere letale in nove casi su dieci. Le uniche due persone ad aver preso la cura sono due missionari americani. Zmapp finora è stato sperimentato solo su topi e scimmie.