Quante volte, negli ultimi mesi, avete sentito parlare di droni? Tante. Un po’ meno saranno le volte in cui ne avete visto uno volare. Ma probabilmente è capitato. Oggi vi raccontiamo un fatto che vede protagonista Ben Popper e il suo drone. Insieme alla moglie e ai figli, Ben era andato a far volare il suo drone: ai suoi figli, specie al più grande che ha 2 anni, piace assai. Un drone bello grosso, quello di Ben, il DJI Phantom drone.
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Il giorno del volo le condizioni climatiche non erano granché, in particolare c’era parecchio vento, motivo per il quale molto spesso Ben perdeva il segnale Gps che gli impediva dunque di localizzare il drone e guidarlo. Così decide di farlo atterrare. A un certo punto, lo schianto: il drone si è piantato sull’asfalto. Ben va a recuperarlo e lo trova sul marciapiede accanto a una giovane mamma che era in bici con il suo figlioletto. Erano sotto shock. Quando il drone è caduto loro erano lì e non si sono minimamente resi conto di cosa si trattasse. Nonostante le scuse di Ben, la donna è risalita in bici e se ne è andata senza proferire verbo. Ma se invece di cadere un secondo prima, il drone fosse caduto un secondo dopo? Avrebbe ucciso o comunque ferito gravemente sia la madre che il figlio. Per dire che i droni, che non sono giocattoli ma aerei a tutti gli effetti, possono essere pericolosi e dovrebbero essere sottoposti a una regolamentazione ben precisa. Invece vengono venduti a tutti con piccole avvertenze: fai volare il tuo drone di giorno, non perderlo mai dal tuo campo visivo, cose del genere. È giusto che ognuno abbia il suo hobby, ma sarebbe anche giusto che questo non rovinasse la vita altrui. Bisogna per forza aspettare che accada qualcosa di spiacevole per prendere una posizione? Secondo noi, no.
