Il “suono” prodotto dagli atomi è stato ascoltato per la prima volta e trasformato in un “pacchetto” di informazione, una sorta di ‘bit’ per trasmettere dati. Il risultato, pubblicato sulla rivista Science, apre la strada alla possibilità di costruire computer molto più potenti e veloci di quelli attuali. L’idea è del gruppo di ricerca svedese della Chalmers University of Technology coordinato da Per Delsing. Dialogando per la prima volta con un atomo, i ricercatori sono riusciti a catturarne il suono, ottenendo così delle unità chiamate “fononi”. Queste potrebbero essere utilizzare per veicolare le informazioni in un modo simile a quanto si sta cercando di fare con le particelle di luce (o fotoni), considerate essenziali per i futuri computer quantistici, velocissimi e molto più potenti degli attuali computer.