Un operaio di 56 anni, Giuseppe Pizzo, è un coma irreversibile dal 2012 dopo aver ingoiato una lisca di pesce. La sua storia è davvero incredibile: a tre anni dal tragico incidente la Procura della Repubblica di Genova ha voluto vederci chiato. Infatti al termine di una lunga indagine ha stabilito che a ridurre l’uomo in condizioni comatose non è stata la lisca di pesce (o, almeno, non direttamente), bensì un errore degli anestesisti dell’ospedale San Martino, uno specializzando, l’autore materiale dell’operazione, e il suo tutor, un medico più anziano che ne aveva la responsabilità. Secondo la Procura se il paziente fosse stato intubato, pratica comune in circostanze del genere, l’uomo oggi non sarebbe in coma. Ad avviso del perito Antonio Osculati ”sono individuabili elementi di imprudenza per la mancata protezione delle vie aeree”.
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L’uomo entrò in coma nel 2012 dopo aver ingerito una spina di pesce: durante le manovre per tentare di espellere la lisca smise di respirare per via di un rigurgito, il cervello rimase senza ossigeno per un lasso di tempo troppo lungo. Da quel momento non si sarebbe più ripreso, e ciò che è più grave è che, secondo i medici, si tratta di una condizione irreversibile.