Rischia il carcere per un commento su Facebook. Una storia che arriva dalla Thailandia, dove a costare caro potrebbe essere un insulto fatto al cane del re, in un Paese dove la lesa maestà è un reato che si paga a caro prezzo, fino a 37 anni di galera. Tongdaeng, questo il nome dell’animale offeso, è molto amato dai cittadini tanto da aver ispirato anche un film di animazione intitolato Khun Tongdaeng.
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L’uomo accusato di avergli mancato di rispetto si chiama Thanakorn Siripaiboon, ha 37 anni ed è un operaio di fabbrica. Avrebbe condiviso su Facebook un post in cui si parla di presunta corruzione per la costruzione di un monumento dedicato a Tongdaeng. Cosa ancora più grave, l’uomo avrebbe cliccato il tasto “Mi piace” su un fotomontaggio che ritraeva il re e un messaggio satirico sul cane.
Siripaiboon dovrà rispondere ora dell’accusa di sedizione, lesa maestà e reati informatici dinanzi al Tribunale Militare. Per la legge thailandese rischia fino a 15 anni per ogni capo d’accusa. Ma non è il solo ad essere finito nei guai in Thailandia: il mese scorso anche l’ambasciatore americano a Bangkok è finito sotto inchiesta per un discorso in cui esprimeva i suoi timori a proposito di pene inflitte di recente.
“Non sopporto più mia moglie! Riportatemi in carcere…”