Il piccolo Santiago, il neonato prematuro sottratto dal reparto di neonatologia dell’ospedale Robert-Ballanger di Aulnay-sous-Bois (vicino Parigi), è stato ritrovato vivo in un hotel nei Paesi Bassi, dove si trovava in compagnia dei genitori. Il bambino, appena 17 giorni al momento del rapimento e bisognoso di cure, è ora sotto assistenza medica per assicurare la stabilità delle sue condizioni di salute. La notizia è stata confermata venerdì sera dalle autorità e rilanciata da Le Monde.
“I genitori di Santiago sono stati trovati in un hotel nella zona di Amsterdam. Il bambino era con loro. È vivo ed è stato curato dal punto di vista medico”, recita il comunicato diffuso dalle autorità, che sottolinea il ruolo chiave della cooperazione internazionale tra polizie e procure per il successo dell’operazione.
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La polizia olandese ha confermato l’arresto dei due, “un uomo e una donna sospettati di aver rapito il loro bambino prematuro”, sottolineando che il piccolo è stato trasferito in ospedale per le cure necessarie. Martedì scorso, l’auto della coppia era stata rinvenuta in Belgio, e da lì sono partite indagini che hanno visto il coinvolgimento delle forze dell’ordine di diversi paesi europei. Giovedì 24 ottobre, il procuratore di Seine-Saint-Denis, Eric Mathais, aveva emesso mandati d’arresto europei nei confronti della coppia, composta da un uomo e una donna di 23 e 25 anni.
“Lo hanno trovato”. Svolta sul neonato rapito dai genitori: era con loro all’estero
Santiago, nato prematuro, aveva un bisogno urgente di cure specifiche, il che aveva destato forte apprensione sia tra i sanitari che tra le forze dell’ordine. Le autorità avevano lanciato un appello pubblico, invitando i genitori a portarlo in un ospedale per evitare gravi rischi per la sua salute.
La vicenda ha coinvolto anche tre persone (due uomini e una donna) accusate di aver aiutato i genitori nella fuga verso il Belgio. I fermati avrebbero ammesso di aver fornito supporto logistico alla coppia per facilitare il trasferimento del neonato fuori dalla Francia.
Il procuratore belga Vincent Macq, responsabile delle indagini, ha lodato la collaborazione tra le autorità francesi, belghe e olandesi, affermando che il caso rappresenta “un esempio eccellente di cooperazione e assistenza giudiziaria reciproca”.
Macq ha spiegato che ora toccherà alle autorità olandesi e francesi collaborare per chiarire ulteriormente le motivazioni dietro il rapimento, che secondo l’accusa potrebbe essere stato dettato dal timore dei genitori di perdere la custodia del bambino. Il giorno del rapimento, infatti, i genitori avevano avuto un colloquio con il personale dell’ospedale, durante il quale sarebbe emersa questa preoccupazione.