Kat Stroud è una donna sovrappeso (alcuni direbbero obesa) insicura ma che si sente bella. E fa bene. Ognuno di noi dovrebbe farlo, eppure questa consapevolezza non le ha impedito di sentirsi molto in imbarazzo col suo uomo, magro, muscoloso e affascinante. “A causa dei miei standard e di quelli imposti dalla società non facevo altro che mettere in discussione le sue motivazioni. Perché mi chiedeva di uscire? Stava solo sperimentando un’esperienza nuova con una ragazza grassa? Era come in quei film in cui il ragazzo sexy chiede alla grassoccia di uscire solo per riservarle uno scherzo crudele? Volevo credere di essere ‘al suo livello’, credere che il suo interesse fosse reale. Ma i dubbi fissati nella mia mente dalla nostra cultura continuavano a insinuarsi, distruggendo ogni sicurezza.”
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“Perfino dopo diversi appuntamenti – continua Kat – non riuscivo a liberarmi dalla sensazione di non essere abbastanza per lui. Stava guardando la ragazza bionda e magra che camminava su quei tacchi sexy? Ero la donna più grassa con cui fosse mai stato? Il flusso di pensieri negativi era alimentato dagli sguardi che riceveva ogni volta che mi portava fuori. Riuscivo a sentire la disapprovazione nell’espressione dei volti e nei commenti sottovoce che la gente ci rivolgeva. Eravamo considerati una stranezza. Quando finalmente trovai il coraggio per affrontare mio marito con tutte le domande che si rincorrevano nella mia testa, riuscii a sentire la sua rabbia, la sua sorpresa, il suo sdegno. Non aveva mai pensato che le persone ci giudicassero, ed era stupito al pensiero che io non mi considerassi bella. E sapete una cosa? Di fronte a quell’uomo che non vedeva il mio grasso come un problema da risolvere, ma che mi vedeva come una donna desiderabile, bellissima, premurosa ed indipendente, mi resi conto che avevo passato tantissimo tempo a preoccuparmi delle trascurabili opinioni altrui e non avevo sfruttato quel tempo per pensare alle mie sensazioni, verso il mio corpo.”
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E conclude: “Anche se ci sentiamo legittimati solo dalle conferme altrui, a volte avere accanto qualcuno che mette a tacere la voce critica nella nostra testa è la spinta che ti serve per riconoscere quanto sia assurdo tutto questo dialogo interiore distruttivo. Così, più lasciavo crescere la mia sicurezza, più scoprivo che era proprio quella sicurezza a farmi sentire sexy. Non era una questione di lingerie, gioielli e tacchi alti. Era la ferma sensazione di sapere che sono bella. E finalmente sono riuscita a definire cosa significhi questa parola per me. In una società che approfitta dei nostri dubbi, scegliere di amare se stessi è un atto di ribellione. Quando le persone vedono me e mio marito (lui il bel ragazzo insieme e a me, la “donna grassa”) che ci sosteniamo a vicenda e mostriamo il nostro amore, vedono sfidati i loro stereotipi. Certo, qualcuno si sente a disagio. Ma se non ti vergogni del tuo corpo e il tuo partner fa altrettanto non senti più le opinioni degli altri.”
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