È una storia complicata e commovente quella che racconta Paolo C, imprenditore vicentino finito nelle galere brasiliane per droga e ora accusato di aver rapito una bambina che in realtà è sua figlia. La racconta lo stesso protagonista in un’intervista pubblicata dal Corriere della Sera: «Tutto è cominciato nel 2004, quando, fuori del matrimonio, è nata qui in Italia mia figlia. La madre è Isabel, una dominicana. Io ero sposato con un’italiana e non potevo riconoscerla. Con Isabel siamo andati allora in Brasile, dove avevo un’azienda di cornici… Due anni dopo, nel 2006, io ho avuto un guaio con la giustizia brasiliana. Pensavo di risolverlo in breve tempo e invece mi sono fatto più di tre anni». La bambina sarebbe rimasta con la madre se non fosse stata arrestata anche lei per lo stesso fatto, sette mesi dopo. Isa così rimane senza genitori e viene affidata aTercilia, la madre della sua babysitter, dietro un compenso di 200 euro al mese per il suo mantenimento mandati per conto di Paolo dalla sua famiglia in Italia.
Quando la mamma di Isa esce dal carcere cerca di riprendersi sua figlia, ma non potendo più entrare in Brasile chiede aiuto ad un amico che le fa il favore di andare a riprenderla per lei. A questo punto le cose si complicano perché Tarcilia, l’affidataria della bambina, denuncia il fatto come un sequestro e chiede di riavere la bambina. “Mia figlia non viveva nemmeno con Tarcilia ma con sua figlia Milca che aveva altri cinque bambini. E Milca era favorevole a consegnarcela. Le abbiamo dato 2000 dollari e qualche amico è andato a prenderla. Cioè, se c’è un sequestro in questa storia non è il nostro ma il loro”. Ma intanto la polizia federale brasiliana ha svolto le sue ricerche e qualche giorno fa ha annunciato di aver trovato la bambina in provincia di Vicenza. Bufera su Paolo C. Il quale ha chiamato subito il suo avvocato, Paolo Salandin, volendo chiarire la questione. Eccolo qui, dunque, e a difendere strenuamente la sua famiglia che nel frattempo si è arricchita di altri due bambini. I tre figli e la moglie sono rimasti a Santo Domingo. «Gliel’ho consigliato io – spiega l’avvocato Salandin –. Perché non vorrei che qui in Italia ci fossero sorprese per i figli, che hanno già patito abbastanza». E così, mentre la polizia brasiliana gli sta dando la caccia, Paolo C. allarga le braccia e scuote la testa: «Io penso che i miei figli stiano meglio qui da me che in quel posto».